
Quindi dopo oltre 20 anni l’Italia torna al nucleare.
Sarà il Cipe a definire le tipologie degli impianti. I siti, d’autorità, potranno essere dichiarati “di interesse strategico nazionale”, soggetti anche a controllo militare. Per la costruzione dell’impianto, fatte salve la Via (valutazione di impatto ambientale) e la Vas (valutazione ambientale strategica), sarà necessaria un’autorizzazione unica rilasciata di concerto dal ministro dello Sviluppo economico e quello dell’Ambiente e le Infrastrutture.
In relazione q uesta decisione del Parlamento pubblichiamo alcune riflessioni di Anaglo Baracca e Giorno Fattori (da "il manifesto" del 21 luglio 2009)
Il calo dei consumi elettrici mondiali e le restrizioni sul credito hanno messo in crisi il settore nucleare tanto da far pensare che il proclamato rilancio di questa tecnologia non ci sarà. Negli Usa su 18 richieste presentate la Nrc ha rilasciato solo tre licenze di costruzione per nuovi reattori Ge e Westinghouse. Obama ha abbandonato la linea di Bush: senza sussidi governativi chi finanzierà la costruzione di nuovi impianti? La Cina parlava di 20 reattori, ma è ferma a meno di 10. L’india ha messo in cantiere solo due nuove centrali e gli ambiziosi programmi della Gran Bretagna sembrano languire. Ma la crisi più seria è della Francia, che si vede costretta a vendere il 15% di Areva ai giapponesi per fare un po’ di cassa e ripianare il suo deficit dopo le pessime prestazioni della società: pochi ordinativi e tante penali dovute a ritardi di costruzione, fino al contenzioso formale presso la Camera di Commercio di Parigi con la società e l’ente di sicurezza finlandesi interessati alla costruzione della centrale di Olkiluoto che costerà il doppio di quanto preventivato e forse non sarà pronta neanche nel 2012. Del resto il reattore Epr (orgoglio della Grandeur ma che non ha ancora avuto la certificazione di progetto da parte della Nrc e quindi non puo’ essere costruito negli Usa) sta rivelando grossi problemi tecnici e costruttivi. Quanto all’Italia, il decantato acquisto di quattro reattori Epr non è scritto da nessuna parte e pensiamo che non verranno mai costruiti. Dovranno forse commissionarne uno per non perdere la faccia, reiterando così la storia del ponte sullo stretto, e foraggiare le solite imprese (e qualche mafia). Allora tutto bene, possiamo stare tranquilli? Affatto! Molte sono le insidie celate nella legge di rilancio del nucleare appena approvata. In primo luogo, vi è un accentramento di tutti i poteri nel governo: che ha avocato a se’ le localizzazioni, l’iter autorizzativo, con l’ulteriore prerogativa di emettere tutti i decreti attuativi a proprio uso e consumo. Secondo: la Sogin, che non ha mai brillato come gestore di impianti nucleari, sarà commissariata e smembrata, forse per avocare al governo il “tesoretto” dei vecchi siti, da portare “in dote” ai consorzi che si creeranno per i nuovi impianti (stile Cavet). La costituenda Agenzia per il nucleare sarà governativa: un vero mostro, lo Stato che controlla se stesso; ammesso poi che possa nascere “senza ulteriori oneri per lo Stato” , dovendo prelevare personale competente da enti (Enea, Ispra) che ormai ne sono privi! Ma senza personale competente che credibilità ha un programma nucleare? L’invito per i prossimi mesi è pertanto quello di vigilare attentamente sull’operato del governo (scelta dei siti) e della Sogin (gestione dei rifiuti) che in questo momento potrebbero non essere coincidenti visto che, mentre Sogin intende smantellare la Fn (Fabbricazioni nucleari) di Boscomarengo e costruirvi un deposito di rifiuti radioattivi, il governo ha introdotto negli scopi della legge anche gli impianti per la fabbricazione del combustibile nucleare, il cui solo esempio esistente è proprio quello della Fn di Boscomarengo che a questo punto potrebbe essere suo interesse mantenere in vita. Così come non è chiaro che cosa succederà con il commissariamento Sogin (da decidersi entro un mese) delle attività di costruzione di vari depositi di rifiuti risalenti ai decreti di emergenza tra Berlusconi e Jean, per uno dei quali (quello della Trisaia), abbiamo avanzato, in sede di Commissione Via, numerose critiche e riserve al progetto presentato da Sogin.
Segnalazione da: il girasole on-line
Nessun commento:
Posta un commento