
Alla Fiera del Beato Angelo Carletti, nel Parco Mauriziano, mercoledì scorso gli ambientalisti hanno organizzato la loro tradizionale manifestazione.
Ogni anno la manifestazione cambia. Quest’anno è stato scelto di piantare alcuni alberelli: un gesto simbolico per denunciare la distruzione sistematica del verde urbano e il continuo abbattimento di alberi cui si dedica senza tregua l’amministrazione comunale.
Non c’è più un fazzoletto di terra o un albero che riesca a salvarsi dalla furia cementificatoria del Sindaco Matola e dell’assessore Salvatore Marino, che hanno trasformato il Comune di Chivasso in una macchina fotocopiatrice per l’approvazione sempre più rapida di nuovi PEC e il rilascio di nuove licenze edilizie.
La loro ultima impresa si è svolta nei giorni scorsi proprio in Via Berruti nell’area del Podere San Marco, dove è stato aperto il cantiere per la costruzione delle fantomatiche “case per anziani”. Il terreno è di proprietà comunale, è stato comprato nel 2006 dall’Ordine Mauriziano per 730.000 euro. Sono soldi dei chivassesi.
Ma l’Amministrazione non ha avuto esitazione a cedere i diritti di superficie – per la stessa cifra di acquisto - ad alcune cooperative, che vi costruiranno una ottantina di appartamenti, di cui solo una ventina per anziani. Non è ancora affatto chiaro dove troveranno spazio i famosi “servizi” – ad esempio una sala mensa, un locale di ritrovo, un giardino pubblico – che dovrebbero rendere più gradevole la vita degli anziani.
Ma tutto questo non bastava. Sul lato destro del cavalcavia per Montanaro c’erano ancora degli alberi. Facevano un po’ d’ombra sulla strada e costituivano una piccola riserva di verde per gli abitanti del condominio che si affaccia proprio sulla rampa del cavalcavia (il numero civico 24 di Via Foglizzo). Sono stati prontamente abbattuti. Eppure, trovandosi in alto sul bordo del cavalcavia, non avrebbero intralciato i lavori del cantiere, che si svolgono nel basso. Anzi, avrebbero costituito un primo nucleo di verde per le nuove costruzioni “per anziani”, che già ne avranno ben poco.
Ma questa sembra essere la concezione urbanistica dalla nostra Amministrazione comunale: la zone in cui sopravvivono ancora alberi e prati sono “aree degradate” o “in stato di abbandono” da “riqualificare” o “risistemare”, cioè da cementificare al più presto. Tanto per fare un esempio della “neolingua” inventata dall’assessore Marino, il grande intervento edilizio privato (200 appartamenti per sette piani di altezza) previsto a fianco del Parco Mauriziano viene definito sul sito del Comune un intervento di “riqualificazione”.
Spiega l’assessore: “L'obiettivo…è quello di risistemare una zona attualmente in stato di abbandono”. Dalla sua cattedra il Professor Marino ci insegna dunque che un comunissimo prato con alberi, sopravvissuto miracolosamente all’urbanizzazione selvaggia, d’ora in poi a Chivasso si chiamerà “zona in stato di abbandono”, da affidare il più presto possibile alle cure filantropiche dei palazzinari. Chi continuerà a chiamarlo “prato” si beccherà l’insufficienza in italiano.
L’area in cui si trovano il Podere San Marco e il Parco Mauriziano è uno dei tanti angoli di Chivasso che per decenni sono rimasti dei posti vivibili: case non molto alte, abbastanza distanti tra loro, orti e giardini tra l’una e l’altra, traffico moderato. Gradualmente diventerà una soffocante e opprimente periferia di cemento e asfalto come tante altre.
L’area in cui si trovano il Podere San Marco e il Parco Mauriziano è uno dei tanti angoli di Chivasso che per decenni sono rimasti dei posti vivibili: case non molto alte, abbastanza distanti tra loro, orti e giardini tra l’una e l’altra, traffico moderato. Gradualmente diventerà una soffocante e opprimente periferia di cemento e asfalto come tante altre.

Ma sono veramente tanti i luoghi di Chivasso che - con un briciolo di buon senso e un po’ di attenzione per le esigenze per i cittadini - avrebbero potuto essere salvati. Ad esempio, la fascia di verde e alberi a lato di Via Bradac. Anziché risistemarla a parcheggio e a giardino pubblico per gli abitanti dei condomini della zona, sarà anch’essa “riqualificata” dalle delicate ruspe e dalle gentili betoniere dei costruttori.
Gli ambientalisti stanno preparando una mostra sui tanti luoghi di Chivasso nei quali la dissennata politica urbanistica dell’Amministrazione si prende così amorevolmente “cura” del territorio.
Gli ambientalisti stanno preparando una mostra sui tanti luoghi di Chivasso nei quali la dissennata politica urbanistica dell’Amministrazione si prende così amorevolmente “cura” del territorio.
Piero Meaglia
(da “La Voce del Canavese”, lunedì 31 agosto)
1 commento:
Che ne dice "La Nuova Periferia"? E gli ex verdi Pizzasegola e Debernardi c'erano alla protesta o era ad applaudire Germani, Matola e la Pentenero (che elogiava la bravura organizzativa dei nostri amministratori a spendere i nostri soldi?)
Memoria corta e amnesie, che brutte malattie.
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