
"Dopo essersi lasciata alle spalle il minaccioso simbolo della falce e martello, la sinistra italiana ha adottato una serie di altri simboli presi in prestito dal regno vegetale e da quello celeste: la rosa, la quercia, l'ulivo, la margherita, l'arcobaleno. Ma senza più il vecchio bagliore del metallo, difficilmente riuscirà a fare molta strada" (Perry Anderson, La sinistra invertebrata, "Internazionale", 1/7 maggio 2009, p. 40. L'autore è stato tra i fondatori della "New Left Review". Insegna storia e sociologia all'Università della California di Los Angeles (UCLA). Tra i libri pubblicati in italiano: Al fuoco dell'impegno, il Saggiatore, Milano 1995, dove si trovano saggi su Max Weber, Isaac Deutcher, Fernand Braudel, Norberto Bobbio, Carlo Ginzburg).
E poi, chi dice che il simbolo della falce e del martello è superato è proprio sicuro di avere riflettuto a fondo? A pensarci, bene, con tutta l'attuale preoccupazione di salvare quel che resta dei terreni e delle coltivazioni agricole per evitare la prevista gravissima crisi alimentare, con tutti i discorsi sulla decrescita, sulla conservazione delle economie agricole locali, sul recupero delle coltivazioni tradizionali, ecc., la falce si direbbe un simbolo attualissimo. A Chivasso ci vorrebbero più falci e meno motoseghe di Matola. Non parliamo poi del martello: bisogna imparare a non buttare via niente e a fare riparare gli oggetti quando si guastano. Quindi il martello ce lo dobbiamo tenere stretto stretto nella scatola degli attrezzi. Dobbiamo anche sperare che ricompaiano gli artigiani riparatori come i ciabattini: e con che cosa lavorano i ciabattini, se non con un bel martello?
Una istruttiva storia che riguarda anche i martelli viene da Cuba, e riguarda gli anni in cui l'isola dovette per necessità abbandonare la monocoltura industriale della canna da zucchero. La troviamo raccontata sia nel libro di Maurizio Pallante (in foto) La decrescita felice (rist. Editori Riuniti, Roma 2008, pp. 49-50), sia nell'ultimo libro di Vandana Shiva: "Tra il 1960 e il 1990 a Cuba il numero dei trattori era aumentato di dieci volte, da settemila a settantamila, mentre quello dei buoi era diminuito. Le sanzioni contro Cuba e il crollo dell'Unione Sovietica avevano causato una grave carenza di carburante, di parti di ricambio e di fertilizzante. Con una nuova politica agricola e nuove strategie, Cuba effettuò rapidamente la transizione dai trattori ai buoi. Fu intrapreso un nuovo programma di allevamento, furono sviluppati nuovi utensili per la trazione animale e furono addestrati fabbri, artigiani e costruttori per la realizzazioni di gioghi e finimenti" (Ritorno alla terra, Fazi, Roma 2009, p. 121). In breve, se hanno voluto continuare a mangiare, i cubani hanno ritirato fuori le falci e i martelli. Questa vicenda cubana è raccontata anche da Bill McKibben, L'ultima rivoluzione di Cuba, "Internazionale", n. 595, 17 giugno 2005, pp. 32-38. Viene da pensare che falci e martelli siano simboli più attuali della mela della Apple. Comunque sia, da You Tube ho scaricato Stalingrado degli Stormy Six e ve lo segnalo nel link qui di seguito: buon ascolto!
www.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3D9oknpuHdJ4s%26feature%3Drelated
www.youtube.com%2Fwatch%3Fv%3D9oknpuHdJ4s%26feature%3Drelated
Primo CARNERA.
7 commenti:
Come direbbero i Drecrescenti: "la falce e martello è stato rimpiazzato dalla Felce e mirtillo"
New age basso canavese
Ma quella della "felce e mirtillo" è vecchissima! La sentivo già agli inizi degli anni '70 quando facevo il liceo! Quasi quarant'anni fa! Mamma mia quanto siamo vecchi. Cerchiamo almeno di rinnovare le battute, se non riusciamo a rinnovare il resto. Scherzosamente vi abbraccio.
Un militante di Avanguardia Operaia di Milano
Felce & Mirtillo l'ha inventata il mitico Mario Actis detto Mario Actis: ve lo ricordate?
ATREJUS-
Fame e macerie sotto i mortai
Come l'acciaio resiste la citta'
Strade di Stalingrado, di sangue siete lastricate;
ride una donna di granito su mille barricate.
Sulla sua strada gelata la croce uncinata lo sa
D'ora in poi trovera' Stalingrado in ogni citta'.
Stalingrado (Stormy six)
Mario Actis è felicemente vivo e vegeto in Val di susa, dove ricopre la "carica" di vicepresidente del locale circolo legambiente. per chi volesse contattarlo, l'indirizzo internet (che è tutto un programma) è: testadirapa@libero.it
doc
Militante di avanguardia operaia ilresto ci insegna il presidente del consiglio come rinnovarlo alla tua età: VIAGRA
per certe cose è sufficiente il viagra, per dire cose intelligenti, invece, non basta essere giovani.
doc.
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