Una strana atmosfera...
A scuola si respira un' atmosfera strana, nonostante mi sforzi di persuadere i colleghi che i tagli della Gelmini siano una cosa seria, non uno scenario fantapolitico. Migliaia di lavoratori e lavoratrici della scuola pubblica precari non verranno chiamati a Settembre e dovranno inventarsi qualcosa per sbarcare il lunario. Saremo un esercito di riserva, un lumpenproletariat ottocentesco se non facciamo qualcosa.
Basta guardare i dati di Flc Cgil (...che è capace solo di fare tabelle, visto che senza lotte il tempo avanza ) per capire cosa ci aspetta tra qualche mese. A Chivasso stiamo gustando l'antipasto delle politiche liberiste che socializzano la crisi dopo aver macinato profitti per anni, a Torino chiude la Motorola, oltre ad altre aziende, Fiat in testa, alla canna del gas.
Serve uno slancio, una reazione di orgoglio, occorre ritrovare il senso della comune appartenenza ad un ceto sociale, alla Classe, senza timore di scomodare il vecchio Carletto i cui libri tornano ad essere best-seller in un' epoca drammatica che ne conferma impeccabili analisi e fosche previsioni.
I partiti novecenteschi non sono più in grado di sostenere e fomentare la rabbia e l'organizzazione, Negri e Casarini non sbagliano quando affermano neppure tanto provocatoriamente che la Sinistra non esiste più, è morta e sepolta sotto le sue imbarazzanti performances governative. Le difficoltà di Rifondazione sono sotto gli occhi di tutti e tutti sanno dove approderanno i compagni che rispolverano le bisunte parole d' ordine della vecchia socialdemocrazia come fossero neologismi.
Gli studenti stanno dimostrando che si può costruire l' antagonismo sociale dal basso, nei luoghi di lavoro, per le strade, sul web, avendo il coraggio di liberarsi al più presto delle zavorre mentali e organizzative che conducono inevitabilmente alla sterilizzazione delle lotte e alla delega in bianco. Non importa se non abbiamo una bandiera, se non stampiamo un volantino, basta stare in piazza, davanti alle scuole e alle fabbriche, esserci senza apparire, al fianco di chi combatte per il pane e per le rose. Mi ha colpito l'indifferenza dell'enorme corteo del 30 Ottobre nei confronti del comizio sindacale in Piazza Castello che i ragazzi e le ragazze evitavano come una malattia mortale e contagiosa. I sindacalisti concertativi declamavano, 80.000 persone li osservavano sbadigliando.
I lavoratori della Dayco di Chivasso, per quel che ci riguarda, hanno bisogno di tutti noi, nelle scuole occorre informare, genitori e cittadini che in buona fede hanno scelto la corda regimental con cui impiccarsi hanno bisogno che qualcuno li metta in guardia dalle politiche di un governo affamatore che i media li hanno indotti a votare, terrorizzandoli con zingari e stupri che oggi misticamente sembrano essersi dissolti nell'etere ammorbante di Murdoch e Berlusconi.
Non è una bandiera di partito che soleva un padre di famiglia dall' incubo della fame ma la solidarietà di classe concreta di una moltitudine, di soggetti sociali coinvolti nello stesso destino di contrapposizione radicale allo status quo che li vuole servi e poveri.
Siamo all'inizio, sarà un lungo inverno.
Vincenzo Abbatantuono.
http://abbatantuono.blogspot.com
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1 commento:
e intanto cisl e uil fimano un contratto che non recupera nemmeno l'inflazione. Vergogna!
saturnino
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