..sulla sanità locale


Qualche giorno fa ho ricevuto una lettera che segnala aspetti negativi della sanità locale. Sull'argomento il nostro sito si è già occupato con vari Post. Riporto parte essenziale della lettera: «Lo scorso anno [una mia anziana parente] è stata ricoverata in quel reparto e ho potuto constatare direttamente la situazione: è rimasta una settimana ricoverata per una frattura del femore e mai nessuno ha tentato di iniziare a mobilizzarla. Al momento della dimissione abbiamo dovuto fare tutto noi con l'aiuto di una fisioterapista privata. Inoltre, visto che non era mai stata mobilizzata, abbiamo dovuto lottare con piaghe da decubito enormi che le hanno reso difficilissima la ripresa. Per non parlare dell'etica del personale infermieristico e medico che si rivolgono ai pazienti (praticamente tutti anziani) con il "tu" fregandosene se il paziente non ha espresso il desiderio di essere trattato così "confidenzialmente"». Recentemente ho dovuto frequentare anch'io il reparto, come visitatore di un conoscente ottantenne: il trattamento che ha ricevuto non è diverso da quello descritto nelle due lettere. Ed era facile ascoltare altri parenti raccontare vicende simili. L'autore della lettera pubblicata lunedì conclude affermando che la sua non vuole essere una critica distruttiva, ma un invito al dialogo, e auspica che i cittadini del chivassese si pronuncino su queste e altre disfunzioni del servizio sanitario locale - parte delle quali sembrano risolvibili con miglioramenti a costo zero dell'organizzazione dei servizi - e su questi temi cerchino il confronto con gli amministratori dell'Asl 4. Da parte mia, aggiungo la speranza che si formi una associazione di utenti, o qualcosa di simile, che si preoccupi di raccogliere opinioni, segnalare eventuali manchevolezze organizzative e, in collaborazione con i dirigenti dell'Asl, di cercarne i rimedi. Comprendo che anche soltanto migliorare l'organizzazione di un servizio non è un compito da poco: in una struttura complessa come una grande Azienda sanitaria locale anche quelli che dall'esterno appaiono modesti interventi di tipo organizzativo costituiscono a volte per i dirigenti problemi difficili da risolvere. Ma si può almeno tentare. Fra parentesi: possibile che non si riesca a trovare una soluzione all'annosa questione della farmacia di Casalborgone? Quando fa il turno di notte, non c'è un campanello per avvisare il farmacista che si è li fuori, arrivati magari da un altro comune per comprare un farmaco nell'unica farmacia disponibile nella zona. Bisogna telefonare al numero indicato accanto alla porta. Ma per farlo bisogna avere il cellulare. E' obbligatorio averlo? E, nella fretta di certi momenti, lo si può avere dimenticato a casa. Che si deve fare?

Fin qui abbiamo toccato solo questioni in senso ampio organizzative. Ma vi sono altri temi che riguardano l'Asl locale, più complessi e ben noti. Carenze che non richiedono solo interventi di tipo organizzativo, ma riguardano in gran parte la politica sanitaria della Regione. Manca il collegamento informatico tra i medici di base, l'ospedale e gli ambulatori. Nei piccoli comuni sono pochi i medici di base, concentrati nei comuni più grandi. Manca non solo di un reparto di geriatria, ma anche un reparto di oculistica, almeno di base, dove eseguire interventi di lieve entità, come la cataratta, evitando agli anziani il viaggio a Torino. Sono temi di cui da tempo si discute e si continuerà a discutere: speriamo che arrivino anche le risposte.

A cura di Piero MEAGLIA.


1 commento:

Anonimo ha detto...

E' vero, manca un coordinamento fra i vari reparti.
UN ESEMPIO. Mia madre (classe 1930) soffre di glaucoma e di altre patologie agli occhi. Ogni 3-4 mesi si sottopone a visita di controllo dall' oculista a Chivasso, presso l'ambulatorio di via Po 11. All'ultimo controllo, l'oculista le prescrive un Campo visivo automatizzato, analisi che, a Chivasso non si pratica visto che non esiste un reparto di Oculistica. Dopo svariate telefonate a diversi ospedali di Torino e provincia, mi reco all'Ospedale Gradenigo di Torino per la prenotazione dell' esame richiesto. Qui mi danno un modulo che deve essere controvistato dall' oculista di Chivasso che ha richiesto la prestazione. Così è necessario (credo) prenotare di nuovo una comparsata dall' oculista di Chivasso altrimanti al Gradenigo l'esame non lo fanno...
DOMANDA. Ma nel 2008, con tutti i computer di cui è stata da anni dotata la sanità pubblica, è proprio necessario far correre la gente da un ospedale all'altro per eseguire un esame? Non è possibile la comunicazione informatica da un serviszio all'altro? Nel caso di anziani la situazione si complica: mia madre non sarebbe in grado di gestire una situazione di questo tipo, e mi rendo conto di essere fra i fortunati, vista la patologia non-grave con cui si ha a che fare.
Battista D.