IL FILM DEL MESE DI AGOSTO 2008




"IL TRENO PER IL DARJEELING"

di Wes Anderson.

Recensione a cura di Domenico CENA.

Succede anche questo d'estate, di infilarsi per sfinimento in una sala semideserta, quattro o cinque spettatori al massimo, forse qualcuno in più invisibile nella semioscurità , tutti di una certa età.
L'impressione di freschezza e tranquillità è¨ subito guastata dai dieci minuti di pubblicità , tutto il tempo per pentirsi di essere entrati, poi finalmente inizia il film. E invece no, c'è ancora il cortometraggio, un breve borioso e dilettantesco, ambientato in una camera d'hotel a Parigi, con musiche andanti e un protagonista impacciato, dall'aria di cane bastonato nonostante i baffetti pretenziosi, circondato da libri che probabilmente non ha mai letto. Dopo un po' arriva una lei masticando uno stuzzicadenti, la cosa comincia a farsi interessante, la ragazza non è niente male, specie vista da dietro. Poi il corto finisce e il film inizia davvero, con un taxi sgangherato lanciato a tutta velocità nel traffico caotico di una strada indiana. Sopra c'è Bill Murray, uno dei migliori attori di Holliwood, chi non lo ricorda in "Ricomincio da capo", o più recentemente in "Lost in translation?
E' l'attore preferito di Wes Anderson, il regista di questo film, l'interprete principale dei suoi film precedenti, il più famoso dei quali è "Tenenbaumâ" . Anche questa volta sarà lui il protagonista, splendido. Arrivati alla stazione, Bill scende dal taxi e, con due pesanti valigie in mano, si lancia all' inseguimento di un treno che è già partito. Per un attimo sembra riuscire a raggiungerlo, ma pian piano rallenta e viene distanziato. All' improvviso, è affiancato da un altro ritardatario in corsa, più giovane, che lo supera, salta sul treno e rimane a guardarlo con l'aria del vincitore. Si tratta di Adrien Brody, l'nterprete de "Il pianista" di Polanski e di "Bread and roses"di Ken Loach. Allora sarà lui il protagonista del film, va bene lo stesso. Solo che sul treno si scopre che ci sono ad attenderlo altri due personaggi, i suoi fratelli, e ognuno di loro aspira a modo suo al ruolo di protagonista. Anzi, il fratello maggiore, Francis, sembra puntare addirittura al ruolo di regista, è lui che ha ideato e pianificato questo viaggio, che vorrebbe essere di riconciliazione tra i tre e di ricerca di se stessi e della loro madre comune. Ma ci sono almeno altri due personaggi che gli insidiano questo diritto, ognuno con i suoi buoni motivi. E, sorpresa, il fratello minore è lo stesso interprete del corto iniziale, quello con l' aria da cane bastonato, con gli stessi libri, le stesse valigie, la stessa musica. Manca solo la ragazza, peccato, ma il baffo se ne trova subito un' altra.
E' chiaro che in questo modo non si va da nessuna parte, e infatti a un certo punto il treno si perde e rimane fermo per un bel po' in mezzo al deserto. Poi riparte, ma ormai l' incantesimo, se mai c'è mai stato, si è rotto definitivamente e i tre fratelli decidono di proseguire a piedi. O meglio, sono costretti a farlo, cacciati malamente dal treno perchè hanno portato a bordo un serpente velenosissimo, che naturalmente evade subito dalla sua scatola bucherellata. Così, se proprio è necessario, sceglieranno da soli dove e come dirigersi. In questo modo vivranno finalmente la loro avventura e alla fine si ritroveranno tutti insieme a rincorrere un altro treno, ma questa volta, per raggiungerlo, dovranno gettare vie tutte le valigie, insieme al loro passato e a tutte le direttive, gli insegnamenti e i condizionamenti di una vita.
Sarà questo il messaggio del film? Si potrebbe dubitare che un simile film contenga un messaggio, un film così scombinato, sconclusionato e insensato.
In una parola: perfetto!

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