
ASSALTI FRONTALI
"Un'intesa perfetta"edizioni CD de Il Manifesto.
Recensione a cura di dj Sparta.
"In un mondo che isola, fra noi c'è un'intesa perfetta. In alto il Jolly Roger, l'arrembaggio continua!".
Questa è la parola d'ordine legata all'ultimo cd degli Assalti Frontali "Un'intesa perfetta", il settimo della loro gloriosa carriera. Per chi non se lo ricorda, il Jolly Roger è il vessillo dei pirati di ogni tempo. Un teschio stilizzato in campo rosso che segnala l' arrembaggio di chi non si riconosce nell' autorità e nei poteri di nessun potere.
Le rime incazzate di Miltant-A e della sua rap band romana sono un pugno nello stomaco dell' indifferenza, con una musicalità che ti colpisce e quasi ti sorprende, a volte già dal primo ascolto. Brano-manifesto di questo disco è senz' altro " Giù le lame", dedicato al ventenne Renato Biagetti, assassinato senza motivo da una squadraccia fascista la scorsa estate sul litorale romano, un autentico grido di rabbia e di dolore per non far calare l' oblìo su questa orribile storia di violenza di questi tempi senz' anima. Un disco che meriterebbe di uscire dal dignitoso recinto dei centri sociali e relativi dintorni. Un disco che, come molti di quelli recensiti su questo sito, difficilmente sentirete passare alle radio, ma che vale la pena di andare a cercare. Se non lo trovi nei negozi, invece di scaricarlo alla cazzo tramite internet, lo puoi acquistare ad un prezzo piu' che equo (10 euro) direttamente dal sito dei CD de Il Manifesto, così ti potrai leggere in tutta comodità anche il bel libretto a corredo del disco stesso. Ed a proposito di Manifesto (l'unico quotidiano in Italia che vale la pena ancora di comprare), concludo questo pezzo su "Un'intesa perfetta", con un eloquente estratto da un'intervista agli Assalti uscita di recente su Alias, il supplemento culturale del quotidiano comunista.
"... Un'intesa perfetta" è il settimo disco, contando il primo con l'Onda Rossa Posse, e per quanto diversi l'uno dall'altro, seguono tutti lo stesso filone di ricerca linguistica: parlare delle esperienze che fanno i ribelli nelle metropoli del nosto paese. Esperienze dirette, sia chiaro, non denuncia politica o stare lì a indignarsi per quanto è cattivo il mondo, ma vita vissuta. Questo è il messaggio: esserci, e questo disco è tutto scritto per strada, direttamente dall'indotto della rivoluzione. E' qui che si crea l'intesa perfetta. Il Jolly Roger, la bandiera dei pirati che sta in copertina, indica l'estraneità a tutti poteri e una volontà di arrembaggio. In un campeggio davanti alla base militare americana di Vicenza con il movimento "No dal Molin" o con il comitato contro la turbogas di Aprilia o a Venaus o in mezza Italia. O nella difesa dei centri sociali occupati. Presentarsi con una bottiglia molotov in mano come nella canzone "Senza resa" è una provocazione ma anche una realtà a cui siamo chiamati. Ne abbiamo scritte tante di rime e quindi lo sento quando sono potenti o inutili, ho letto dopo il famoso "concertone" del primo maggio a San Giovanni (da cui noi siamo sempre esclusi per il solito discorso della mafia che decide tu si e tu no e che ai presenti fa lievitare il cachet degli show, è per questo che tutti vogliono andarci) che molti cantanti ritengono finito il tempo dei proclami politici sul palco. Questo vale per loro che non hanno più benzina nel motore. Non è questione di essere ideologici o meno, ma interessanti o vuoti, vivi o morti. A Roma ha vinto Alemanno e dobbiamo ammutolirci perché la destra ha trovato delle risposte vincenti? Prendersela con 2.000 Rom per la vita di merda che facciamo. Il parlamento è una barzelletta, il governo una gang di affaristi, tutti con interessi privati in atti pubblici. Sono cose talmente evidenti da essere ormai invisibili. Ma non parliamo certo di queste cose deprimenti nel disco. C'è il pezzo "Enea super rap" che lo abbiamo scritto per la classe di una scuola elementare di Roma in cui il direttore e il professore hanno deciso di insegnare Virgilio in modo originale. Bravi a loro, complimenti per l'idea e hanno avuto addirittura l'ardire di chiamare noi: davvero geniali. Così abbiamo fatto una versione rap ispirata dall'Eneide, immaginando Enea come il primo migrante che viene a fondare Roma. E come cantavano il pezzo i ragazzi!".
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