Habemus papam. Finalmente l’Amministrazione comunale, tramite la stampa locale, rende noto il progetto (trentatrè milioni di euro e tre-cinque anni di lavoro) che Comune e Ferrovie hanno elaborato per eliminare nel territorio chivassese tredici passaggi a livello e realizzare le opere sostitutive. Tante grazie, sindaco Matola, ma non è un po’ tardi? Comune e RFI lavorano al progetto almeno dal 2002. Solo ora, dopo cinque anni, l’Amministrazione comunale sente il dovere di renderlo pubblico? Lasciando ai cittadini poco più di venti giorni per eventuali obiezioni?
Il progetto delle Ferrovie, infatti, era già stato approvato dalla Convenzione firmata da Comune e Ferrovie nel marzo 2002. Solo in quell’unica circostanza il progetto è stato sottoposto al giudizio del Consiglio comunale, l’organo rappresentativo di tutti i cittadini. Poi il progetto è sceso in immersione subacquea e vi è rimasto cinque anni, durante i quali non è più ripassato in consiglio e non è mai stato spiegato chiaramente alla cittadinanza, e riemerge improvvisamente solo adesso dal suo lungo e misterioso viaggio (lo chiameremo «progetto sommergibile»). Nel frattempo, in questi cinque anni, Amministrazione comunale e Ferrovie non sono rimaste inattive. Silenziosamente hanno continuato a lavorare insieme. Nel 2004 le Ferrovie presentano il progetto preliminare. Nella Conferenza dei servizi del 2005 Comune e Ferrovie approvano il progetto. E in quella Conferenza prendono la strana decisione di non sottoporre il progetto alla «valutazione d’impatto ambientale». Possibile che un’opera di quelle dimensioni - quattro cavalcaferrovie, due sottovie, due passerelle pedonali, due sottopassi pedonali, otto nuove strade – non richieda di venir valutata sotto il profilo delle conseguenze sull’ambiente, sull’inquinamento, sul rumore, sulla riduzione degli spazi verdi? Non mi risulta che Fluttero, allora sindaco, abbia spiegato ai chivassesi le ragioni di questa singolare decisione. Alcuni giorni dopo l’Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente, manda al sindaco e a RFI una dettagliata relazione, nella quale rileva che «non è stato valutato l’impatto acustico e sulla qualità dell’aria derivante dal traffico indotto», propone di integrare il progetto con piste ciclabili e pedonali, segnala il rischio che le opere interferiscano con la falda acquifera superficiale. Nemmeno questa volta Fluttero si è preoccupato di rendere nota quella relazione, magari informandone la stampa.
Ora viene annunciata una nuova Conferenza dei servizi, dopo la quale inizieranno gli appalti: e immagino che anche questa volta non sapremo nulla del suo svolgimento.
Probabilmente la legge permette al sindaco e alla giunta di seguire una procedura così nascosta: ma nulla avrebbe impedito loro, se avessero voluto, di agire in modo più trasparente, informando periodicamente i cittadini dell’avanzamento del progetto. Perché non l’hanno fatto? L’Amministrazione comunale e le Ferrovie hanno lavorato al progetto per cinque anni. Hanno avuto tutto il tempo per studiarlo nei più piccoli particolari con l’assistenza dei loro tecnici. Ed ora viene detto ai cittadini che hanno poco più di venti giorni per esaminarlo e presentare le loro osservazioni! Cinque anni contro venti giorni: e questa sarebbe democrazia?
Piero Meaglia
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