Incredibili dichiarazioni dell' assessore Bava... che sfrutta la paura del drogato al suo paesello...:Vergognati!!!

A San Sebastiano c'è, tra le tante, una cascina lussuosa, proprietà di una famiglia che vede tra i suoi esponenti un condannato in via definitiva per associazione mafiosa e l'omicidio del giudice Bruno Caccia (il che dimostra quanto l'infiltrazione di questo cancro abbia raggiunto negli anni anche i luoghi che sembravano più tranquilli).La legge che porta il nome di Pio La Torre, approvata molti anni fa quando sembrava che lo Stato avesse deciso davvero di combattere la mafia senza tregua, dopo aver perso i suoi uomini migliori impegnati su questo fronte (Falcone, Borsellino, lo stesso La Torre), permette di colpire la mafia laddove le fa più male: con il sequestro e la confisca dei beni provenienti da attività illecite, criminali, assassine, sporche di sangue.Da anni, quindi, i beni confiscati vengono assegnati ad associazioni che le riutilizzano per scopi degni di uno Stato civile.Una tra queste, la più famosa di tutte, è Libera, l'associazione di Don Ciotti. Questo prete torinese combatte da decenni tutte le mafie, anche quelle che si presentano sotto profili rispettabili e occulti: vive da sempre sotto scorta, e lui ed i suoi ragazzi strappano alla criminalità pezzi di territorio, con tutti i rischi del caso, cercando di rioccupare spazi che lo Stato sembrava aver perduto definitivamente. E fanno rinascere la fiducia in un futuro migliore.Ora, accade che a San Sebastiano questa famosa cascina venga finalmente sequestrata e confiscata, per essere assegnata a Libera. Chi ci abita tenta di temporeggiare, di resistere, ma alla fine se ne va: ovviamente distruggendo il bene prima di lasciarlo, estirpando palchetti, murando passaggi, facendo più danni possibili.E fin qui, ci sarebbe da gioire: ogni volta che capita, la sottrazione di un pezzo di territorio ad una influenza mafiosa, è una vittoria dello Stato, ed ogni cittadino dovrebbe esserne fiero.Ma succede qualcosa di strano. Molti cittadini, che prima non erano minimamente turbati dalla presenza di un bene appartenente ad un boss, iniziano a questo punto ad agitarsi di fronte alle ipotesi di riutilizzo della cascina. E, dopo anni di silenzio assordante, ecco che i "bravi cittadini" iniziano a muoversi: raccolgono firme, protestano, temono. Temono l\'arrivo dei drogati, dei diversi, temono tutto: meno quello che c\'era prima, che era decisamente più preoccupante.L\'Amministrazione di San Sebastiano cerca di ricondurre alla ragione questa inquietante e deprimente reazione. Alla fine, nonostante tutto, il 16 maggio Libera prende ufficialmente possesso della struttura, e la domenica successiva viene in visita ufficiosa alla cascina il Procuratore Generale di Torino Giancarlo Caselli, un altro simbolo della resistenza civile dello Stato: la cascina verrà destinata ad una comunità famiglia, e quindi anche la "paura dei drogati" non ha più ragione di esistere.Sembra il lieto fine, nonostante la brutta rivelazione che anche tra le nostre colline serpeggia, tra le persone, un preoccupante sentimento di paura che rende meno preoccupante la prossimità con chi realizza l'assassinio di un giudice rispetto a quella di chi è portatore di "problemi".E invece no. A mettere la ciliegina sulla torta ci pensa Giuseppe Bava, Consigliere Comunale di minoranza a San Sebastiano e Assessore a Chivasso.Nello stesso giorno in cui si ricorda il quindicesimo anniversario della strage di Capaci, l\'omicidio di Falcone e della scorta, Bava rilascia queste dichiarazioni alla stampa locale (abbiamo ancora la speranza che le smentisca): "Questa non è altro che l'ennesima dimostrazione di come l'amministrazione comunale venda ciò che gli è più comodo a seconda di chi urla di più. Noi l'avevamo avvertita del rischio che si sarebbe corso ad affidare una struttura in mano ad organizzazioni che fanno ciò che vogliono, sia Don Ciotti e i suoi affiliati. Ora non potremo più tornare indietro. Prima si parlava di droga, poi di donne con problemi, poi di disagi alimentari e a seguire di disagi di comunicazione: hanno cambiato ancora una volta versione? Ciò vuol dire che tra un anno, se non prima, potremo avere nuove sorpr! ese, Oggi siamo davanti alla realtà di aver ceduto una struttura invidiabile in mano a delle persone che la vogliono trasformare in una comune dietro il paravento della parola famiglia."Ora, è perfettamente legittimo che un Consigliere Comunale esprima idee profondamente diverse da quelle di un\'Amministrazione, rispetto al possibile utilizzo di un bene restituito alla comunità. Ma le parole del Consigliere Bava non esprimono questo: esprimono invece un coacervo di paure, di rancore indiscriminato, di disprezzo malcelato verso ogni sorta di "devianza" (dove il concetto include Don Ciotti, i drogati, le "comuni"…) che ci fanno sinceramente venire i brividi.Se il Consigliere Bava ha deciso coscientemente di rappresentare le pulsioni più viscerali delle persone che abitano in questo territorio, i Consiglieri Comunali di Insieme per Castagneto intendono esprimere pubblicamente il loro forte dissenso da queste posizioni.Siamo solidali con l\'Amministrazione Comunale di San Sebastiano Po, con Libera, con Don Ciotti, con i cittadini di San Sebastiano che credono nella superiorità civile dello Stato, e con il tentativo di "bonificare" con progetti ad alto contenuto civile una porzione di territorio inquinata dall\'infiltrazione mafiosa.Le misere parole di Bava speriamo di dimenticarle presto: il sacrificio di uomini come Falcone, Borsellino, Caccia, La Torre, e il coraggio civile di uomini come Don Ciotti e Caselli cerchiamo invece di non dimenticarli mai.

Comunicato tratto dalla newsletter di "Insieme per Castagneto Po".
http://www.insiemepercastagneto.it

Spartaco del Blog del Paolo Otelli si associa al disgusto provato nel leggere le miserie scritte da Bava (che coraggio, e dire che a Chivasso gli fanno pure fare l' assessore...vergognati anche tu Matola!) e si unisce alla solidarietà nei confronti dell' Amministrazione di S.Sebastiano Po.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Volevo segnalare che, tra le incredibili affermazioni dell'ineffabile Bava, una suona come un insulto. Quando il doppiopettato Bava definisce "Affiliati" chi partecipa a Libera. Dovrebbe sapere che è alla Mafia che ci si affilia, e che molti di quelli che si battono per la legalità sono vittime di fatti di mafia. Dovrebbe chiedere scusa. Ma sarà difficile, conoscendo il soggetto.

Massimo