Il giardino privato del senatore Fluttero

Nelle «Cattiverie» di lunedì scorso compare una battuta attribuita al senatore Fluttero: «Il Parco Robinson si chiama parco ma è un giardino urbano. Non siamo parlando del Gran Paradiso o del Parco degli Abruzzi». Insomma, una vera schifezza. Sarebbe facile ribattere che, proprio perché è piccolo, il parco non deve venire ulteriormente danneggiato. Se fosse vasto come il Gran Paradiso, Fluttero avrebbe anche potuto costruirvi una intera città per tutti gli scout dell’universo. Ma poiché è piccolo, e i chivassesi hanno solo quello, bisognerebbe fare il possibile per conservarlo intatto, e possibilmente ampliarlo. Sarebbe anche facile replicare che, dall’alto del suo stipendio da senatore, Fluttero può anche permettersi di compatire quei poverini che, non avendo il privilegio di appartenere alla casta dei politici, passeranno l’estate in quel miserabile «guardino urbano» e a Orco Beach.
Eppure, quando nel 2004 comprò il Parco dall’Ordine Mauriziano, Fluttero non era così sprezzante. L’oggetto della delibera (n. 243 del 26/11/2004) è il seguente: «Acquisto dell’immobile denominato “Parco Pubblico” di proprietà dell’Ordine Mauriziano». Dunque per Fluttero nel 2004 il Mauriziano è un Parco Pubblico, con le maiuscole: ma appena tre anni dopo è già stato declassato a povero “giardino urbano”, pure con le minuscole. E poi sentite con che squilli di trombone viene annunciato l’acquisto: “Il comune ha da anni in locazione il predetto immobile che costituisce un polmone di verde per il concentrico cittadino utilizzato a scopo ludico-ricreativo-sportivo da tutte la popolazione”. E’ vero che mancano il surf e lo sci alpinismo: ma anche così è pur sempre un bel regalo per tutta la popolazione, che potrà svolgervi tutte quelle attività ludico-ricreativo-sportive ecc. ecc.
Dunque, da Parco Pubblico a giardino urbano in soli tre anni! Ma la metamorfosi del Parco non finisce qui. Tre anni fa almeno era “pubblico”. Ed ora? Non sarebbe meglio definirlo privato? Tanti sono gli interessi privati che otterranno qualche vantaggio: la strada del Mauriziano garantirà una doppia entrata ai futuri capannoni (privati) dell’Area DAC, alle future abitazioni (private) del PEC Mauriziano, al grande capannone (privato) ai bordi nel parco. Ci sarà un bel traffico automobilistico, un sacco di rumore, e un mucchio di profumati gas di scarico, tutto per la salute dei frequentatori. Ma il Parco non era stato comprato per garantire tranquille attività “ludico-ricreativo-sportive” per “tutta la popolazione”? Senatore Fluttero, chiamiamolo «giardino privato», e non paliamone più. Però nel processo di privatizzazione del Parco mancava la ciliegina sulla torta. Ma l’astuto Fluttero aveva già provveduto. Pochi mesi prima dell’acquisto aveva firmato la delibera della casa scout all’interno del Parco (n. 57 del 25/3/2004). Spesa prevista 353.000 euro. Il Parco è stato pagato 175.000 euro. Insomma, Fluttero, cioè il Comune, spende 175.000 euro per «tutta la «popolazione», cioè per ventitremila chivassesi, e ne prevede 353.000 per una associazione che coinvolge qualche centinaia di persone, tra bambini, educatori e genitori. Tutti i cittadini sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri.
Piero Meaglia

1 commento:

Anonimo ha detto...

potrebbero usarlo per lasciarci fare rugby a noi!
chivasso rugby e isana rugby