È da tempo allo studio la realizzazione del cosiddetto “peduncolo” nella zona di Chivasso, sulla linea Aosta Ivrea Torino. Come sapete, la linea ferroviaria che proviene da Ivrea si innesta sulla Milano-Torino alla stazione di Chivasso. Le due linee formano all’incirca un angolo retto. Il peduncolo consiste in questo: da Montanaro - che per chi arriva da Ivrea è l’ultima fermata prima di Chivasso - partirebbe una diagonale, cioè un nuovo brevissimo tratto di ferrovia che invece di entrare nella stazione di Chivasso va direttamente ad innestarsi sulla linea per Torino poco oltre l’abitato chivassese. Le Ferrovie intendono in questo modo risparmiare i pochi minuti di tempo della fermata di Chivasso.
A fronte di questo esiguo vantaggio, vi sono numerosi svantaggi, sia di carattere ambientale sia di carattere economico.
1. La deviazione sul peduncolo di tutte o in parte le corse Ivrea – Torino renderebbe più difficile il collegamento ferroviario tra Chivasso e Ivrea, nonché con i comuni intermedi, e stimolerebbe un aumento del traffico su gomma, in contrasto con l’esigenza di ridurre l’inquinamento dell’aria. Ad esempio, chi da Chivasso deve andare a Ivrea o in qualche comune intermedio sarebbe costretto a raggiungere Montanaro in automobile. E forse, arrivato a Montanaro, tirerebbe dritto e proseguirebbe in auto.
2. Queste difficoltà di collegamento ricadrebbero ovviamente sui lavoratori che si servono della linea Chivasso –Ivrea. E ricadrebbero anche sugli studenti delle scuole medie superiori, che debbono raggiungere scuole presenti o solo a Chivasso, come l’istituto alberghiero, o solo ad Ivrea, come l’istituto per periti elettronici, o solo a Caluso, come l’istituto professionale per l’agricoltura e l’ambiente.
3. La soppressione totale o parziale della fermata di Chivasso ridurrebbe, per conseguenza, anche il numero delle corse per Torino di cui oggi fruiscono gli abitanti di Chivasso e della zona: infatti, oggi, per raggiungere Torino, da Chivasso si possono utilizzare, oltre che i convogli della linea Milano – Torino, anche quelli della Aosta – Torino, che col peduncolo in tutto o in parte scomparirebbero.
4. La soppressione totale o parziale della fermata potrebbe contribuire all’emarginazione economica di Chivasso. La città è storicamente un centro commerciale e di servizi, grazie al mercato, all’ospedale, alle scuole, al tribunale, ecc.. E’ al centro di un ampio bacino che comprende comuni del Canavese (Montanaro, Foglizzo, San Benigno, ecc.), del Vercellese (Crescentino, Saluggia, ecc.) e della collina al di là del Po, in direzione di Casale e di Asti (San Sebastiano, Casalborgone, Lauriano, Monteu, Cavagnolo, ecc. E’ da sempre un luogo di confluenza di linee ferroviarie (sono quattro, la Torino – Milano, la Chivasso – Casale, la Chivasso – Asti, e appunto la Torino – Ivrea - Aosta). Ma anche di linee di autobus, e di collegamenti stradali (per Vercelli Novara Milano, per il Monferrato, per Asti, per Casale, per Ivrea, per i comuni del Basso Canavese, ecc..). Tutte queste linee andrebbero rafforzate e migliorate anziché ridimensionate. Richiamo l’attenzione sul fatto che, per quanto riguarda il trasporto su rotaia, abbiamo già la linea Chivasso – Asti da anni a rischio di chiusura.
5. L’eliminazione della fermata a Chivasso renderebbe impossibile l’uso di questa stazione come nodo di interscambio per i viaggiatori delle linee Asti-Chivasso, Casale-Chivasso, Milano-Vercelli-Chivasso diretti a Ivrea-Aosta: ad esempio un pendolare da Verolengo/Crescentino o Torrazza/Saluggia o Lauriano/Cavagnolo dovrebbe recarsi a Torino per andare ad Ivrea raddoppiando il tempo di percorrenza ed il costo.
6. Infine, la penalizzazione dei collegamenti ferroviari con Ivrea ci appare in palese contraddizione con la riorganizzazione della sanità regionale, che prevede l’ accorpamento dell’ASL di Chivasso con quella di Ivrea. Esigenze di razionalizzazione organizzativa e di riduzione delle spese imporranno la scelta di ripartire alcuni uffici, reparti e servizi tra Chivasso, Ivrea, ed altri comuni intermedi come Caluso. Comprendiamo queste esigenze di razionalizzazione: ma è evidente che dovrebbero accompagnarsi ad un rafforzamento, e non a un indebolimento, dei collegamenti pubblici tra Chivasso e Ivrea. Segnaliamo questo punto anche all’Assessorato alla Sanità.
Sono partito dalla questione del risparmio di tempo. E’ vero che saltando la fermata di Chivasso si guadagna qualche minuto. Ma ricordo che da anni autorità locali, forze politiche e comitati di pendolari sostengono che la linea ha bisogno di interventi strutturali, ben più decisivi per ridurre i tempi di percorrenza: la velocizzazione del traffico nella zona del ponte sul Chiusella, l’eliminazione di passaggi a livello, e il raddoppiamento della linea, che è ancora a binario unico.
Concludo con una osservazione sulla politica schizofrenica che Rete Ferroviarie Italiane conduce a Chivasso. Da un lato, RFI penalizza la città con il progettato peduncolo, e con l’abbandono a se stessa delle Chivasso – Asti. Dall’altro, con l’imminente conferenza dei servizi, si appresta a realizzare un faraonico progetto di opere sostitutive di 13 passaggi a livello nel territorio chivassese. In una lettera, che chiedo di allegare agli atti del seminario, i comitati ambientalisti chivassesi denunciano la quantità abnorme di scavalchi, di sottovie, e di viabilità connessa, che il progetto prevede. Un complesso di opere non solo sovradimensionato rispetto alle esigenze, e quindi fonte di spreco di denaro pubblico, ma anche devastante sotto l’aspetto ambientale, come dimostra anche la cosiddetta strada del Parco Mauriziano.
Piero MEAGLIA.
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