Giugno 2007
PATTI SMITH "Twelve"
Patti Smith, classe 1946, non perde un colpo.
Chi l' aveva conosciuta nei concerti-happening italiani sul finire dei terribili anni '70 (quanta nostalgia, non solo anagrafica... ), era rimasto impressionato per l' energia e la passionalità dell' artista americana. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e, fra alti & bassi dovuti anche a non facili situazioni famigliari, la poetessa rock è ritornata già da anni ai grandi livelli a cui ci aveva abituati nei suoi tempi migliori.
Dopo l' ottimo "Tramplin" del 2004, la signora Smith ora ci propone 12 cover della grande tradizione rock degli ultimi 3 decenni: una meglio dell' altra!
In più di un pezzo vengono esaltate le qualità interpretative di questa artista, affiancata in questo disco da alcuni grandi musicisti come Luis Resto (già produttore di Eminem), Rick Robinson alle chitarre e sopratutto da un altro chitarrista d' eccezzione: Tom Verlaine, già leader dei mitici Television.
Difficile scegliere i brani migliori. A me sono piaciuti tutti, ma ricordo con maggior immediatezza "Helpless" (di Neil Young), e
"Are you experienced?" (Hendrix), forse perchè sono brani che sono entrati nel d.n.a. generazionale.
Questi i titoli di "Twelve":
Are you experienced? (J.Hendrix), Everybod ywants to rule the wordl (Tears for Fears), Helpless (Neil Young), Gimme shelter (Rolling Stones), Whitin' you without you (Beatles), White Rabbit(Jefferson Airplane), Changing of the guards (Bob Dylan), The boy in the bubble (Paul Simon), Soul kitchen (Doors), Shells like teen spirit (Nirvana), Midnight Rider (Allman Brothers Band) e Pastime Paradise (Steve Wonder).
VOTO: 8 - GIUDIZIO: Immancabile.
Chi l' aveva conosciuta nei concerti-happening italiani sul finire dei terribili anni '70 (quanta nostalgia, non solo anagrafica... ), era rimasto impressionato per l' energia e la passionalità dell' artista americana. Da allora ne è passata di acqua sotto i ponti e, fra alti & bassi dovuti anche a non facili situazioni famigliari, la poetessa rock è ritornata già da anni ai grandi livelli a cui ci aveva abituati nei suoi tempi migliori.
Dopo l' ottimo "Tramplin" del 2004, la signora Smith ora ci propone 12 cover della grande tradizione rock degli ultimi 3 decenni: una meglio dell' altra!
In più di un pezzo vengono esaltate le qualità interpretative di questa artista, affiancata in questo disco da alcuni grandi musicisti come Luis Resto (già produttore di Eminem), Rick Robinson alle chitarre e sopratutto da un altro chitarrista d' eccezzione: Tom Verlaine, già leader dei mitici Television.
Difficile scegliere i brani migliori. A me sono piaciuti tutti, ma ricordo con maggior immediatezza "Helpless" (di Neil Young), e
"Are you experienced?" (Hendrix), forse perchè sono brani che sono entrati nel d.n.a. generazionale.
Questi i titoli di "Twelve":
Are you experienced? (J.Hendrix), Everybod ywants to rule the wordl (Tears for Fears), Helpless (Neil Young), Gimme shelter (Rolling Stones), Whitin' you without you (Beatles), White Rabbit(Jefferson Airplane), Changing of the guards (Bob Dylan), The boy in the bubble (Paul Simon), Soul kitchen (Doors), Shells like teen spirit (Nirvana), Midnight Rider (Allman Brothers Band) e Pastime Paradise (Steve Wonder).
VOTO: 8 - GIUDIZIO: Immancabile.
Maggio 2007
Tètes de bois: "Avanti Pop"
Una inchiesta in musica su chi lavora e come lavora; nato davanti ai cancelli delle fabbriche, nei call-center, nei campi dove si raccolgono pomodori per 12 ore al giorno... "Avanti Pop", il progetto del gruppo romano Tètes de bois, le teste di legno (pensanti) che girano l 'Italia utilizzando come simbolo accanto ai loro palchi un vecchio camioncino FIAT 615 del 1956. Suonano e cantano nei luoghi dove è stata violata la dignità di chi lavora: hanno lasciato loro tracce in luoghi-simbolo della recente storia operaia e non. Dalle acciaierie di Terni, allo stabilimento FIAT di Melfi, alle cartiere di Isola del Liri, così come in altre situazioni di lotta.
Una musica difficilmente catalogabile, fra il jazz ed il rock e la canzone d' autore; un cantiere sonoro in evoluzione ed in continua ricerca. Un filtro catalizzatore per attraversare la memoria operaia e di chi non ha ancora memoria come il frastagliato e sempre più vasto mondo del precariato. Hanno suonato (e suonano) in luoghi e non-luoghi: in fabbriche abbandonate, vicino alle scale mobili delle metro, nei centri sociali e nelle case occupate recuperate dall' oblio.
GIUDIZIO: disco insolito per gente curiosa.
VOTO: 7.
Una musica difficilmente catalogabile, fra il jazz ed il rock e la canzone d' autore; un cantiere sonoro in evoluzione ed in continua ricerca. Un filtro catalizzatore per attraversare la memoria operaia e di chi non ha ancora memoria come il frastagliato e sempre più vasto mondo del precariato. Hanno suonato (e suonano) in luoghi e non-luoghi: in fabbriche abbandonate, vicino alle scale mobili delle metro, nei centri sociali e nelle case occupate recuperate dall' oblio.
GIUDIZIO: disco insolito per gente curiosa.
VOTO: 7.
Aprile 2007
NADA "luna in piena"
Un ritorno in grande stile per la cinquantatreenne cantautrice livornese ritornata ad esibirsi al recente festival sanremese, da quello stesso palco che la lanciò al grande pubblico nel lontano 1969, a soli 15 anni con un successo inaspettato quanto duraturo ("Ma che freddo fa").
Da quella prima esperienza ne è passata di acqua sotto i ponti, ed il nome di Nada Malanima negli anni è rimasto quasi sempre "sotto traccia" negli orizzonti del grande pubblico, grazie alla sua (saggia) decisione di scegliere un percorso artistico proprio, lontano dalle consuete banalità quotidiane buone per tutte le stagioni. Così eccola collaborare in teatro con Dario Fo, o con il regista Sandro Bolchi, oppure interpretare, anni fa, brani scritti da giovani autori che poi diventeranno dei mostri sacri (Venditti e Conte...). Oppure le più recenti prove discografiche in collaborazione con giovani e sconosciuti talenti, sempre per l' etichetta alternativa "Radiofandango".
Per giungere a questa ultima prova artistica intitolata "Luna in piena", dal brano presentato all' Ariston. Un cd molto interessante arrangiato da un grande del pop italiano: Lucio "Violino" Fabbri.
Un album scritto per intero da Nada stessa, che scorre via fra ironiche ballate quasi folk e canzoni dal più marcato stile rock: senz' altro un' ottima prova che non farà certamente (e per fortuna...) risorgere Nada agli antichi fasti commerciali degli inizi di carriera, ma che certamente catturerà nuovi ammiratori del suo stile passionale ed estremamente originale, sia dal punto di vista interpretativo che dei testi.
GIUDIZIO: se, come me, avete gradito il brano che avete sentito a San Remo senz' altro vi gusterete con piacere questo cd.
Voto: 7.
Marzo 2007
"Suonarne uno per educarne 100"
di Daniele Sepe und Rote Jazz Fraktion. Ediz. Il Manifesto CD.
Un disco sul bello e il brutto degli Anni 70, su quelli che molti ricordano solo come "gli anni di piombo", ma che non sono stati solo di piombo. Sono stati anche e sopratutto anni di creatività e sperimentazione, in tutti i campi. In particolare nella musica come nella politica, spesso evocata come un ricordo vitale in questa ultima prova dell' ensamble del polistrumentista partenopeo Daniele Sepe. Un album-cocept che ha come protagonista involontario un fantomatico Piero Zamponi, il filo conduttore immaginario dell' intero lavoro. Al disco hanno lavorato ben 40 musicisti, tutti arruolati alla nobile causa del ricordo intelligente degli anni 70 da Daniele Sepe, che con questo album ha il pregio di ricordare i vari mostri sacri della musica di quegli anni. Dai Deep Purple a Frank Zappa, passando da Rino Gaetano aNapoli Centrale ed al Rocky Horror Picture Show....
Giudizio:
suonabilissimo, specialmente per chi era appena maggiorenne negli Anni 70.
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