Da
quando la famiglia Letta tira le fila del governo di
centrodestrasinistra commissariato dalla UE, nella persona del
rampollo Enrico, l'arte dell'illusionismo sembra essere diventata un
vero e proprio sport nazionale. Con la complicità del popolo beota,
sempre restio ad affrancarsi dai falsi miti che costituiscono l'humus
della sua quiescenza, sembra davvero di presenziare ad uno spettacolo
di Oudinì, con la sottile differenza che Letta, non essendo un
vero prestidigitatore, si rivela assai poco bravo e riesce ad illudere
solamente chi ha scelto di farsi prendere per il naso a tempo
indefinito.
La
commedia fiorita intorno alle rate dell'IMU, di giugno e di dicembre,
travalica di gran lunga qualsiasi logica dettata dal buon senso.....
Basti
pensare che per coprire finanziariamente la sospensione del pagamento
di una tassa iniqua e priva di qualsiasi fondamento, il governo ha
istituito almeno un paio di tasse ex novo (service tax e modifica
tares) ha avallato l'aumento dell'iva al 22% e ora si propone di
aumentare l'aliquota della tassazione (più alta del mondo) sul
prezzo della benzina. Letta sorride, vestendo l'abito del buon
samaritano, ma al contribuente non resta che piangere dal momento che
pagherà molto di più di quanto già non pagasse prima.
Ma
tutto sommato quella intorno all'IMU è stata solo magia di strada,
se confrontata con il numero dello svenditalia, nel corso del quale
Letta ha deciso di svendere una cospicua parte del patrimonio
nazionale (costruito con le tasse dei citadini) per ottenere 12
miliardi di euro da regalare alle banche, così come imposto da
Bruxelles. Naturalmente il gioco di prestigio vuole che si tratti di
una misura necessaria ed inevitabile, volta a ricomporre lo stato del
debito pubblico (mito per antonomasia a beneficio di qualsiasi
citrullo) che versa in condizioni sempre più gravi. E altrettanto
naturalmente nessuno protesterà mentre nuove porzioni d'Italia
verranno portate al Monte dei pegni. L'illusionista sa quello che fa
e senza dubbio una volta finito lo spettacolo si affretterà a
restituire tutti gli orologi dei presenti chiesti in prestito per
fare il numero della sparizione, sempre che come d'incanto non
spariscano anche lui e quel paese chiamato Italia, beninteso.
Marco CEDOLIN
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