Infernale pasticcio chivassese...

CHIVASSO - Credo che i partiti e le liste che hanno sostenuto l’avvocato De Mori abbiano combinato un infernale pasticcio. Mi stupisce che qualcuno non si renda conto della gravità, anche alla luce delle infiltrazioni della criminalizzata organizzata nella politica, che le indagini in corso rivelano.

Senza escludere soluzioni meno drastiche, penso che il segnale più forte che il centrosinistra chivassese potrebbe dare – un segnale di legalità e moralità – sarebbe non far nascere questa amministrazione.  

Anch’io ho subito pensato che l’avvocato De Mori dovrebbe dimettersi. Poi ho riflettuto un po’ e vi sottopongo due pensierini:



1)  chiedere a De Mori di dimettersi è troppo facile e comodo. Il pasticcio l’hanno combinato i partiti e le liste, e a loro spetta assumersene la responsabilità e trovare il modo di uscirne. Al di là dei comunicati, dentro i partiti e liste c’è un disagio che emerge nelle conversazioni: l’episodio Tronfio lascerà una macchia sulla nuova amministrazione? Le indagini continueranno: siamo sicuri che non accadrà qualche altro episodio imbarazzante? C’è anche un senatore, la signora Bugnano, che l’invito a De Mori a dimettersi gliel’ha rivolto pubblicamente. E no! Troppo comodo. La signora Bugnano potrebbe invece rivolgersi a Claudio Castello e invitarlo a dichiarare che non sosterrà la nascente maggioranza. Troppo comodo, ora, chiedere a De Mori di dimettersi, togliendo le castagne dal fuoco ai partiti. Che direbbero: è De Mori che è dimesso; noi siamo costretti ad adeguarci. Troppo comodo: trovino loro una soluzione. Una signora ottantenne, che appunto non è nata ieri, ha osservato: se De Mori si dimette, i cittadini che non seguono la politica, oppure la seguono a spanne, ricorderanno in futuro solo che l’avvocato De Mori si è dimesso a seguito di una indagine della magistratura sulla criminalità organizzata. Gli autori veri del pasticcio verranno dimenticati.



2) Forse esiste un’altra soluzione, che potrebbe essere adottata da De Mori: sia l’avvocato a nominare gli assessori, scegliendoli lui senza trattative con i partiti, e scegliendo uomini e donne al di fuori dai partiti. Una operazione ancora più forte di quella di De Magistris. Mi sembra la soluzione che anche Sandro Recchia gli consiglia su La Voce di lunedì. Non sarà facile. Forse non c’è più il tempo. Forse sarebbe difficile trovare le persone adatte e che accettino. Ma potrebbe provare. Poi, toccherebbe ai partiti decidere se sostenere una giunta siffatta oppure affondarla: anche in questo caso toccherebbe ai partiti assumersi le proprie responsabilità.

piero meaglia.

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