Giorni della merla:in giardino abbiamo ancora da fare molto, anche se, per fortuna, molto abbiamo gia' fatto:si è praticamente finito di potare e di pulire il giardino vicino a casa. E anche quest'anno grandi quantità di foglie, rami e sterpi, trasportate a carrettate, si stanno accumulando sotto i rami dei boschetti di lecci! Lo spesso materasso vegetale è stato sistemato ai piedi degli alberi con la speranza che possa diventare un'ampia e morbida lettiera, apportatrice di utili benesseri.
Vedere crescere un bosco ha quasi del miracoloso, come se fosse la concretizzazione di un antico sogno: dare la possibilità agli alberi di crescere, di stabilirsi in un posto, d'essere i felici testimoni di una avventura che possa sfidare i tempi, non è cosa da poco.
Un bosco emana, se felice, qualcosa di speciale che trascende dal vivace insieme di alberi ed arbusti: la forza vitale, l'armonia, l'equilibrio che lo aiutano a crescere e che lo mantengono si fanno sentire, quasi facessero parte di un disegno superiore, quasi fossero interpreti di una antica liturgia.
Ai piedi dei boschetti piantati negli ultimi 15 anni e cresciuti qui, a Revello, spero di vedere crescere, durante i periodi "giusti", qualche fungo, come se la loro presenza ne suggellasse l'avvenuta crescita. Forse bisognerà aspettare ancora: sarà questione di tempo? O sarà questione di spore? Il fitto strato di pacciamatura, spero, possa favorire i processi di "naturalizzazione" dei miei boschetti: non per nulla serpi, ricci e salamandre vi trovano alloggio e si moltiplicano.
Come al solito è questione di tempo e di maturazione e lo si può intuire dal felice aspetto del primo progetto gruppo di lecci piantati (da me) nel 1962: sono passati quasi 50! E sono diventati dei bellissimi grandi alberi: di sera sono il sicuro rifugio di numerossimi uccelli. Tra i loro rami evidentemente le notti saranno meno fredde!
Perchè non piantare, tutti insieme, tanti piccoli boschetti? Soprattutto nei terreni difficili? Non importa che siano comunali, affittati, adottati o privati! Potrebbero essere una risposta ai sempre più diffusi campi fotovoltaici! Un bosco non potrebbe essere una sfida naturale ad un longevo fututo?
Paolo Pejrone.
da La Stampa del 26.01.11.
Paolo Pejrone dopo essersi laureato al Politecnico di Torino è stato allievo di Russell Page e ha frequentato lo studio di Roberto Burle Marx.(Entrambi architetti paesaggisti di fame internazionale). Al suo attivo ha la progettazione di oltre 800 giardini, tra pubblici e privati.Vale la pena di leggere i suoi libri (che non sono in modo particolare dei trattati di giardinaggio), ma una dichiarazione d'amore (quasi contadina) per il lavoro della terra e per ciò che ci procura e ci allieta per la sua grande diversità.Non per niente parte delle sue realizzazioni, sono orti-giardini.Nel suo libro "La pazienza del giardiniere" ha dedicato parte dei suoi scritti allo scempio del territorio e ai pessimi interventi degli amministratori pubblici riguardo il verde pubblico.
Bibliografia di Paolo Pejrone:
Cronache di un giardino | Mondadori Electa - 2010 |
La pazienza del giardiniere | Einaudi - 2009 |
Gli orti felici | Mondadori Electa - 2009 |
I miei giardini | Mondadori Electa - 2008 |
Il vero giardiniere non si arrende. Cronache di ordinaria pazienza | Feltrinelli - 2006 |
In giardino non si e mai soli. Diario di un giardiniere curioso | Feltrinelli - 2005 |
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