Dopo la stazione internazionale di Susa, il secondo gigante dai piedi d'argilla su cui poggerebbe la parte italiana del TAV Torino-Lione è lo scalo merci di Orbassano. Le ferrovie nazionali ebbero a dichiararne la morte per inedia alcuni anni fa, ma ora verrà tolta la ruggine dai fasci di binari e, luccicante, sembrerà un'altra volta "strategico: questo è certo".
E' la trama dell'ultimo "promo" di Virano per la mini-serie "coming soon", che mira a creare la giusta suspence per il progetto della tratta Settimo-Confine di Stato (l'uscita nelle sale del Kilo-metraggio è prevista intorno a fine corrente mese). Con un cast più ricco di comparse imprenditoriali del solito, l'ultimo episodio della saga è stato girato nei grandi spazi espositivi del Lingotto: il plastico (nomination all'Oscar della scenografia per le dimensioni) infatti non ci stava nelle consuete location sabaude.
Dunque ragioniamo, anche qui: lo scalo era stato costruito (già la prima volta coi contributi UE) per fare mirabilmente fronte ad un futuro immediato di maree di merci da scambiare (ferro-ferro, ferro-gomma e gomma-ferro) nell'interporto: già a quei tempi era dato per strategico. Erano i favolosi anni '80, e da allora tutte queste merci non si sono mai viste; tanto che le ferrovie, come detto, ci misero una pietra sopra. Impietosa l'analisi più recente sullo stato del sito intermodale: merci in entrata 3% su ferro, 97% su gomma; merci in uscita 0% su ferro, 100% su gomma [Vedi l'articolo]. Ora, che per giunta i flussi sono in costante calo da anni, volete farci credere che ridiventerà strategico? Di nuovo: dove sono tutte queste merci? Nella puntata della fiction vari attori si sono prodotti in suggestioni fantascientifiche sul tema: sarà snodo tra retroporti, satellite di altri scali del nord-ovest..
A cura del Comitato NO-TAV Torino.
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