PERCHE' LA NAVE DEI DIRITTI?
Il 26 giugno è sbarcata a Genova “La nave dei diritti”, sulla quale viaggiavano molti italiani che vivono all’estero per testimoniare preoccupazione e allarme per la deriva sociale e culturale del nostro Paese. Genova h risposto e li ha accolti.
Il programma prevedeva per sabato 26 giugno una festa al Porto Antico e per domenica 27 giugno iniziative in cinque piazze del centro storico, per dare voce ai Diritti.
Riportiamo la testimonianza di Ettore Macchieraldo di Roppolo (BI) tratta da:
Ettore Macchieraldo – Megachip.
“Per esempio ho imparato che il problema degli altri è eguale al mio. Sortirne insieme è la politica. Sortirne da soli è l’avarizia.”
Da Lettera a una professoressa - La scuola di Barbiana
Mi sono imbarcato su La nave dei diritti. Un viaggio simbolico e reale compiuto da parte di quegli italiani che si sentono estranei al loro paese.
Vuoi perché hanno deciso di lasciarlo.
Vuoi perché (come me) si sentono stranieri in patria.
A suo tempo, ebbi modo di avanzare critiche. Soprattutto mi pareva che potesse essere un’iniziativa che, come altre, mettesse la propria immagine prima e sopra le persone che vi partecipano. Come ho già ammesso sul ponte della nave: mi sbagliavo.
Il lavoro è stato evidentemente collettivo e il viaggio un’esperienza arricchente per tutti i partecipanti. Anche per gli imbarcati da Tangeri, che si sono trovati in mezzo e hanno osservato e condiviso con attenzione.
Certo andrebbe fatta una cronaca. Non è facile. Preferisco segnalarvi l’articolo dell’unico inviato presente su La nave dei diritti: Alessandro Oppes, de «Il Fatto Quotidiano».
Cercherò però di fare un bilancio di questa iniziativa e delle questioni che ha posto, altrettante questioni da risolvere. Incrocerò questo bilancio con qualche frammento di un racconto impossibile.
proseguite la lettura cliccando su:
www.megachipdue.info/tematiche/cervelli-in-fuga/4137-la-nave-dei
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