
Il Coordinamento Torino Pride sceglie quest’anno di celebrare il Pride regionale a Torino il 16 maggio 2009. Anticipiamo così di un mese la festa regionale dell’Orgoglio lesbico, gay, bisessuale, transessuale etransgender perchè possa coincidere con la Giornata Mondiale contro l’Omofobia, richiamando anche quella contro la Transfobia. E perché si possa porre all’attenzione della nostra società, prima dell’appuntamento elettorale per il nuovo parlamento europeo, il grande divario che c’è su questi temi tral’Italia e l’Europa.
L’OMOFOBIA e LA TRANSFOBIA SONO UN PROBLEMA DI TUTTI E TUTTE, NON SOLO DELLE PERSONE GAY LESBICHE E TRANSESSUALI.
L’omofobia e la transfobia, come il sessismo, come il razzismo, sonoattentati alla convivenza civile, muovono da pregiudizi radicati e da profonda ignoranza. Attraversano differenti ambiti delle rappresentazioni umane, sono trasversali, si annidano all’interno delle religioni così come delle culture laiche. L’omofobia e la transfobia non sono fatte solo di atti violenti, del singoloo del branco (in Italia nel solo 2008 ci sono stati 9 omicidi, 45 aggressioni e numerosi atti vandalici e di bullismo basati su omofobia e transfobia) L’omofobia e la transfobia sono anche nel linguaggio, nelleparole e nelle immagini, nella strumentalizzazione dell’immagine e dellestorie personali.
L’OMOFOBIA E’ UN REATO CONTRO L’UMANITA’.
Il 7 giugno si vota per il rinnovo del Parlamento europeo (e di molteamministrazioni locali). Noi tutte/i guardiamo con grande speranza a queste elezioni, ed anche con molta preoccupazione. L’Europa pare essere l’ultima e l’unica Istituzione per chi in Italia abbia a cuore i temi dei diritti edella non discriminazione. Per i gay, le lesbiche e le personetransessuali, come per le persone migranti, le donne, i lavoratori e le lavoratrici. Celebriamo il Pride a maggio anche perchè si gridi alla vergogna in cui versa l’Italia, uno dei pochissimi paesi europei che non abbia legiferato a favore del riconoscimento dei diritti civili di cui devono poter godere le persone che vivono in coppie di fatto omosessuali ed eterosessuali. Un Paese ostaggio della gerarchia vaticana che ancora ieri ha riconfermatodi essere in linea con tutti i paesi fondamentalisti (islamisti e no) cheall’ONU bloccano ogni iniziativa volta a depenalizzare l’omosessualità.
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