Alcune considerazioni dopo l'incontro su Bobbio e "l'utopia capovolta"...

Dalla conferenza chivassese su Norberto Bobbio dell'8/5, estremamente interessante, derivo le seguenti osservazioni.

1 - Nella transizione dall'olimpo degli ideali alla concretezza, il comunismo reale ha neutralizzato la classe borghese (cioè i proprietari di capitale) nazionalizzando tutti i mezzi di produzione. In tal modo lo Stato poteva diventare la nuova controparte dei lavoratori e, almeno in linea di principio, poteva distribuire equamente gli utili fra tutti i cittadini (massimo di giustizia sociale).
Purtroppo, e prevedibilmente, i funzionari che personificano lo Stato si sono trovati un enorme potere da gestire: inevitabili le conseguenti rivalità, lotte fra i gruppi con ambizioni concorrenti, repressioni.
Ma questi sono difetti della realizzazione, non dei principi informatori del comunismo (anche per Bobbio "non è sensato" sostenerlo).

2 - La giustizia sociale, obiettivo del comunismo, è un valore assoluto e non si può realizzare pienamente senza entrare in collisione con altri valori ugualmente irrinunciabili, come ad esempio la libertà. Specularmente, nello Stato che tende a realizzare pienamente la libertà si ha il minimo di giustizia sociale.

3 - Il relatore commenta che, non essendo attuabile il comunismo reale, non ha senso una "rifondazione comunista". Propone in suo luogo l'alternativa del liberal-socialismo.
Non condivido tali considerazioni per i seguenti motivi:
- la giustizia sociale e l'uguaglianza, nobili e grandiose aspirazioni del comunismo, sono perseguite dal "comunismo rifondato"
nella consapevolezza di doverle contemperare con gli altri valori nutriti nell'ambito sociale. Non è pertinente, quindi, il riferimento
all'esito negativo del comunismo reale.
- il richiamo al liberal-socialismo contiene anzitutto un equivoco nella definizione. Di liberalismo se ne può parlare con riferimenti
storici o culturali, ma quello presente attualmente su scala mondiale è una sua evoluzione denpminata in Italia neo-liberismo, con
specificità economiche. l'ipotizzata alternativa al "comunismo rifondato" si dovrebbe pertanto qualificare social-liberismo, che
è peraltro un ossimoro, in quanto il neo-liberismo si fonda sulla totale assenza di regolamentazione del mercato e dei rapporti
di lavoro, mentre il socialismo ha obiettivi del tutto opposti.
- i partiti che si definiscono socialisti-democratici e laburisti presenti in Europa, che in teoria dovrebbero avere caratteristiche
omologhe rispetto all'ipotetico social-liberismo, nella realtà sono altra cosa, poiché accettano disciplinatamente lo sconvolgi-
mento economico e sociale derivato dalla globalizzazione, e differiscono da quelli di dichiarata fede neo-liberista solo in poche
iniziative marginali.
A nessuno dei partiti presenti nel panorama politico europeo interessa farsi prioritariamente portatore dei diritti dei lavoratori.
Chi afferma che non ha senso una "rifondazione comunista", ha la percezione della realtà?
GINO.

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