IL PEC Mauriziano va avanti...


CHIVASSO - Come tutte le operazioni di cui l’Amministrazione Matola ha poco da vantarsi anche il nuovo PEC Mauriziano viaggia negli uffici comunali verso il suo esito scontato. Quando sarà pubblico i giochi saranno fatti. C’è infatti una nuova versione del progetto di edilizia abitativa (edifici di sei piani?) ai confini del Parco Mauriziano, di cui sono trapelati alcuni caratteri. Pare che i costruttori abbiano accettato di cambiare il tracciato della contestatissima strada del Mauriziano e di allontanarla dai bordi del Parco facendola passare più a Sud. In cambio potranno costruire anche tra l’ingresso di Via Foglizzo e il Capannone Rosso (forse una palestra?), e cioè, ancora una volta, proprio ai bordi del Parco. E’ così? Non è così? Quand’era sindaco, Fluttero aveva almeno organizzato una seduta della commissione consiliare competente nella sala del consiglio comunale, durante la quale i cittadini avevano potuto prendere la parola. E’ troppo chiedere a Matola di fare altrettanto?

Più su o più giù, quella strada continua ad essere uno sfregio che l’Amministrazione avrebbe potuto evitare di infliggere al Parco Mauriziano. Per consentire di raggiungere le abitazioni del PEC basterebbe il primo tratto di strada, quello che conduce dalla rotonda all’inizio di Chivasso fino al Capannone Rosso. La seconda parte, dal Capannone Rosso all’ingresso di Via Foglizzo, serve solo a danneggiare la più bella area verde della città con il rumore e l’inquinamento prodotto dalle automobili, che per fare più in fretta «taglieranno» attraverso la zona del Parco. Inoltre, la prosecuzione naturale della strada del Parco sarà Via Berruti, che diventerà così una via trafficata e pericolosa per gli studenti delle scuole di Via Paleologi.

La strada, le nuove abitazioni, la rotonda, la casa scout, tutto contribuisce all’inarrestabile «consumo di suolo» (di verde urbano e di terreni agricoli) destinato a danneggiare ulteriormente la nostra salute e a distruggere altri terreni coltivati. Nello studio appena pubblicato dalla Provincia, intitolato «Trasformazione territoriali della Provincia di Torino», si legge: «Il processo di cementificazione sta portando a un progressivo quanto inarrestabile depauperamento delle risorse naturali e alla crescita smisurata dei costi, economici ed energetici, cui viene sottoposto il territorio». Nella zona del Parco Mauriziano si possono ancora limitare i danni? L’Amministrazione potrebbe almeno impegnarsi a fare due cose: 1) conservare a destinazione agricola il grande campo coltivato al di là di Via Settimo lungo Stradale Torino, l’«ultimo campo» miracolosamente sopravvissuto ai bordi dell’abitato; 2) salvare gli orti di Via Settimo, che verranno spazzati via dalla nuova strada del Mauriziano. Quegli orti sono in gran parte coltivati dai residenti del vicino condominio e di altre abitazioni della zona. In tempi di crisi economica quegli orti sono una risorsa per le famiglie. Distruggerli appare un piccolo atto di insensibilità e di arroganza. Spendere 350.000 euro di denaro pubblico per la casa scout andava benissimo per i nostri amministratori: chiedere loro un piccolo sforzo per salvare quei piccoli orti è pretendere troppo? Il Comune sta negoziando con i costruttori la nuova versione del PEC Mauriziano. L’area è molto grande: è troppo chiedere ai costruttori di lasciarne un pezzo per gli orti? O forse per Matola, sindaco di tutti i cittadini, i grandi costruttori contano più di quei quattro miserabili filari di pomodori e di chi li coltiva con fatica?

Piero Meaglia.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Mi pare evidente che le casse del Comune siano messe piuttosto male. Non è un segreto x nessuno che con il taglio dell'Ici e con il taglio dei trasferimenti da Roma le amministrazioni locali siano alla canna del gas. L'unica risposta che "tutte" le amministrazioni sono capaci di dare è la svendita del territorio per poter tirare avanti. Riusciamo a sviluppare un sistema alternativo a questo scempio, per permettere ai Comuni di fare il loro dovere? Ad esempio perchè non si mette una super Ici sul cambio di destinazione d'uso dei terreni che da agricoli passano edificabili, e una quota di queste somme la si usa per riqualificare nuove aree verdi?
Fabrizio pollice verde

Anonimo ha detto...

Caro Pollice Verde,
il grande campo coltivato lungo Via Settimo, di cui si parla nell'articolo, potrebbe proprio rientrare nel tuo discorso. Mi sembra che al momento abbia destinazione agricola, ma la destinazione d'uso potrebbe cambiare. Vedi qui sotto: ho riportato quel che sono riuscito a capire studiando il piano regolatore, anche se non sono sicuro di avere capito bene. Quel campo dovrà venire attraversato dalla strada "del Mauriziano", e temo che, una volta fatta la strada, l'Amministrazione sia pronta renderlo edificabile. Propongo una azione comune per chiedere che quel campo venga lasciato almeno ad uso agricolo. Avrebbe anche unvalore simblico, come ce l'ha il Parco Mauriziano.
Questa richiesta potrebbe valere per molte altree aree verdi e agricoli da "salvare". Piccole o grandi. Ad esempio quella molto grande al cui centro c'è la Frazione Torassi: a Est c'è la Lancia, a Sud Corso Galileo Ferraris, a Est Castelrosso. Ce ne sono tantissime, e ognuno di noi ne conosce qualcuna. Si potrebbe fare una mappatura, un elenco, di queste aree da salvare. Sia per ragioni tradizionalmente ambientaliste, sia per le nuove buone ragioni che suggeriscono di salvare le aree agricole.
La stessa richiesta potrebbe valere per gli orti. come quelli di Via Settimo.
Tra i tanti strumenti che si potrebbero usare, c'è la "petizione", contemplata dallo Statuto comunale. Bastano 50 firme.
Un primo elenco di aree è già stato fatto da Domenico. Si potrebbe continuare. Che ne dite?
pm

DAL PIANO REGOLATORE:
Nella cartografia del PRG pubblicato sul sito del Comune di Chivasso il grande campo coltivato a lato Ovest di Via Settimo (lato opposto rispetto al Parco Mauriziano) è siglato come 20, con disegno di grandi cerchi, e denominato “Aree urbane alluvionate”. E di queste "aree urbane alluvionate" si parla nelle Norme tecniche di attuazione, all'at. 54, che qui riporto:

Art. 54 – Aree urbane alluvionate – nella legenda siglate 20

Sono aree che per loro vocazione e localizzazione rispetto alle aree urbane adiacenti, possono ritenersi idonee per eventuali nuove edificazioni a completamento dell’abitato. Stante gli eventi alluvionali dell’ottobre 2000, si è ritenuto di congelare queste aree impedendo attività di trasformazione fino all’avvenuta esecuzione e collaudo delle opere di messa in sicurezza idraulica del territorio. In tali aree saranno consentite soltanto attività temporanee, ai sensi art. 56 L.R. 56/77 e s.m.e i., che non siano pregiudiziali per eventuali future trasformazioni e non creino sbarramento per eventuali esondazioni.
Sono comunque consentiti interventi di sistemazione del terreno, con riporti dello stesso, fino al piano stradale veicolare.
Queste aree, così come elencate nella Tabella 1 – Repertorio di tutte le aree urbanistiche, hanno destinazione agricola anche se prive in cartografia della sigla E, ad esclusione di una porzione delle aree 9.12 e 9.13 e dell’area 2.2au1, con specifica destinazione urbanistica. Esse potranno eventualmente essere riprese in considerazione dell’avvenuta messa in sicurezza.
pm

Anonimo ha detto...

DIVERSE TIPOLOGIE DI AREE ANCORA VERDI “DA SALVARE”

1. Aree urbane alluvionate (nov. 2000) destinate ad attività agricola o ad attività industriali, artigianali e commerciali all’ingrosso (dal PRG non si capisce a quale tra i due usi siano destinate). Numero di riferimento: 20.
1.1. Arrivando da Chivasso, prima della rotonda, sul lato sinistro di Stradale Torino, di fronte al “pratone” (20.1).
1.2. Sempre da Chivasso, due aree sul lato sinistro di Stradale Torino, dopo la rotonda (20.2 e 20.3).
1.3. Campo coltivato (ex pratone) tra Stradale Torino, via Settimo e ferrovia TO – MI (20.4 e 20.5).
1.4. Area via Orti, sede del parcheggio, accanto all’ex Smeraldo e alla Tola (20.6).

2. Aree speciali agricole (ASA). Numero di riferimento: 13.

2.1. Partendo da ovest di Via Montanaro, fino alla ex Lancia, a sud dell’autostrada, una prima grande area (da 13.1 a 13.16), all’interno della quale è contenuta l’area “per attività temporanee del cantiere TAV” (17 o 16.1?)
2.2. Seconda grande area, dai Cappuccini, strada per Betlemme, fino quasi all’abitato di Torassi, a nord della ferrovia (13.15, 13.16, 13.17)?
2.3. Ultimo tratto di Stradale Galileo Ferrarsi verso Castelrosso, davanti ai Torassi, fino alla ferrovia (da 13.19 a 13.22).
2.4. Area a sud del canale Cavour, tra centrale Edipower e Agip (13.23).
2.5. Ara 13.24: non individuata.
2.6. Piccola area tra il canale Cavour e stradale Galileo Ferraris, a sud dei Torassi (13.25).

3. Aree agricole frazionali (Ef)
3.1. A ovest dei Torassi (21.21) e a sud dei Torassi (21.22), tra la ferrovia e stradale Galileo Ferraris.
3.2. A sud dell’abitato dei Torassi oltre la ferrovia (21.19) e a nord ovest (21.20).
3.3. A est e ovest di Castelrosso (21.18 e 21.27).

4. Aree agricole a vocazione agrituristica (11)
4.1. vasta area attorno alla cascina Cerello (11.1).

5. Area residenziale di espansione. Numero di riferimento: 4.
5.1. campo (coltivato?) stradale G. Ferraris, verso Castelrosso, prima e dopo la grande rotonda, a nord del corso, tra la chiesa e il ristorante (4.9 e 4.10).

6. Grande area verde (tratteggiata) lungo il Canale Cavour, da viale vigili del fuoco al parco del Bricel, comprendente i giardinetti di via Mezzano e la lea del canale. (da individuare meglio, insieme alle altre aree verdi pubbliche e private, difficili da rilevare sul PRG).