25 Aprile, la resistenza e il Vday

Quest'anno il 25 aprile vedrà, praticamente in contemporanea, due manifestazioni.
Alla tradizionale celebrazione della Resistenza si va ad unire, quasi come un passaggio di testimone, il VDay sull'informazione.

Mi sembra che sia importante discuterne, Vista l'importanza che le due iniziative rivestono. Senza nulla togliere all'importanza di ricordare (e tradurre in quotidiano) la liberazione, madre di tutta la nostra democrazia, l'iniziativa di Grillo ( ma anche di tutti quelli che stanno chiedendo un profondo rinnovamento della politica in Italia) pone un tema che stà mettendo l'italia di fronte ad un'emergenza democratica.

Che ne pensate? Chi di voi andrà solo ad una manifestazione, e a quale?
Oppure andrete a tutte e due?


Saturnino
Vday

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Credo che non andrò al vday2 di Beppe Grillo, ma andro' alle manifestazioni "tradizionali" per ricordare degnamente il 25 Aprile. Credo che in questo paese del cazzo ci sia forte bisogno di politica e non di antipolitica. Credo che i comici debbano prima di tutto continuare a fare i comici e non improvvisarsi dei tribuni. Credo che non fosse il caso di confondere merda con cioccolato: vday2 con la celebrazione della Resistenza. Credo che ci sia bisogno di una grande ventata di moralità, ma che questa debba necessariamente passare attraverso la politica, ma tenendo ben presente le differenze che ci sono fra i vari politici e i vari partiti, senza mettere necessariamente tutti sullo stesso piano, come fa il Grillo. Credo che ci sia di nuovo e sempre bisogno di valori forti e di ideologia, si' proprio quella ideologia fortemente ripudiata dai partiti del cosiddetto centrosinistra; ideologia plasmata non su contesti otocenteschi, ma su un contesto sociale ed ambientale attuale. Credo che ci sia bisogno di coraggio: il coraggio di dire che solo con un drastico progetto di "decrescita" dell' economia sia possibile rallentare la fine di questo pianeta, deturpato a morte da questo falso progresso del portafoglio e delle coscienze.
Questo credo e per questo sono disposto a lottare, con qualsiasi tipo di mezzo fino al limite della sopportazione.
New Order.

Anonimo ha detto...

Caro New Order,
condivido la tua analisi su di cosa ci sia bisogno per uscire dalla situazine attuale del paese. Certamente vi è una necessità di ripartire da alcuni valori che sono stati abbandonati nei fatti da chi dice di essere rappresentativo delle classi subalterne. La "fine della lotta di classe" annunciata da uolter dimostra in modo esplicito tutto questo, e la composizione delle liste PD, ne è la controprova. L'orizzonte in cui questi si stanno muovendo è interno alle logiche capitalistiche e si pongono nella funzione di mitigare i danni, senza rendersi conto che questo non è possibile. Il risultato è l'arretramento dei diritti, con la ricomparsa di settori che erano stati superati, come il cottimo e lo schiavismo, sia pure nella versione moderna di persone che sono obbligate a fare quanto loro richiesto, senza diritti e senza futuro.
In tutto questo però non riesco a catalogare l'azione di Grillo come antipolitica. Certo le sue iniziative sono spesso spettacoli/spettacolari, ma non mi pare che gli si possa dire che sono frutto di improvvisazione. Sono anni che lo fa, nel silenzio dei mass media. I problemi che pone sul tavolo sono estremamente concreti e, seppur sia vero che non tutti ne sono responsabili e/o complici, è anche vero che non sempre anche noi siamo completamente esenti da responsabilità, almeno nel non aver denunciato tali situazioni. Ad esempio l'attuale sistema di finanziamento dell'editoria non ci ha visti in prima linea nella denuncia e nella lotta contro. Anche sulla partecipazione al sistema delle società pubbliche siamo (a mio avviso) pesantemente in contraddizione. Spesso si è compartecipi di sacche di clientelismo e di cattiva gestione delle aziende pubbliche, magari per un principio alto come la difesa del servizio pubblico, ma che in situazioni di degrado e di illegalità ottengono come risultato la copertura di quel sottobosco politico che ha come scopo solo l'occupazione di aree di potere.
Inoltre farei un ulteriore distinzione tra Grillo e il movimento che si è costruito attorno a lui. Mi pare che i vari comitati grillo che sono sorti siano spesso in sintonia con le nostre idee e le nostre lotte. Ambiente, partecipazione, democrazia diretta sono tutti tratti che caratterizzano le iniziative dei Grillini e forse dobbiamo cercare spazi e strumenti di dialogo, proprio per uscire da quelle posizioni radicali nei confronti dei politici, e poter fare, magari insieme, politica

Saturnino

Anonimo ha detto...

Caro Saturnino,
se posso andrò a dare un'occhiata alla manifestazione di Grillo, per capire meglio la natura di quel movimento. Per il momento, penso che con Grillo e il suo movimento dovremmo cercare il dialogo (non chiedere a Chiamparino di negare loro la piazza): può darsi che non funzioni, ma credo che si debba tentare, per una semplice ragione: le denunce che fa Grillo dovrebbe farle la Sinistra Arcobaleno, anziché dare l'impressione di attendere che "passi la nottata" e continuare come prima, come fanno tutti gli altri partiti. Ti risponderò meglio appena posso. Per ora ti lascio il post che ho mandato al blog di Paolo Ferrero.
pm

Caro Ferrero,
sono completamente d’accordo con quanto dici riguardo alla necessità di una ” svolta neo puritana, di una nuova etica pubblica”, per superare “la divisione tra rappresentanti e rappresentati, tra la casta e il paese”. Su questo punto avrei voluto più insistenza da parte di Rifondazione. Avrei voluto che dalla due giorni di Roma uscisse, tra i quattro o cinque punti fondamentali, anche la questione morale, o come la si voglia chiamare. Avrei voluto che i temi sollevati da Grillo, e prima ancora da Salvi e Villone nel loro libro, venissero affrontati da noi con la medesima forza, anche se in forme diverse da Grillo. Avrei voluto sentire, in questo inizio di campagna elettorale, la questione morale posta in primo piano nei discorsi dei dirigenti del partito. Ci sono altri e serissimi problemi, come la gravità della “questione sociale”. Ma ho l’impressione che i dirigenti sottovalutino l’importanza che ha la “questione morale” nelle riflessioni pre-elettorali di molti compagni oggi tentati dall’astensione.