Quei fischi, quelle urla di Torino...






Torino, manifestazione per ricordare le vittime del lavoro della Tyssenkrupp. Quei fischi, quelle urla incazzate e scomposte all' indirizzo dei sindacalisti sul palco, al presidente della Camera Berinotti, al sindaco di Torino Chiamparino ed a tutti coloro che a vario titolo rappresentavano le istituzioni che cosa stanno a significare? Se al posto del sindacalista della CGIL, del presidente della Camera di Rifondazione, del sindaco dell' Unione, ci fosse stato un sindacalista della CISL, un presidente della Camera dell' UDC ed un sindaco di Forza Italia la reazione sarebbe stata probabilmente la medesima. Che cosa significa questo? Che anche col centrosinistra al potere i problemi degli operai e della classe lavoratrice da mille euro al mese (anche meno), dei precari pìù o meno giovani, dei disabili e degli invalidi in cerca di lavoro, di chi non riesce a pagare il mutuo della casa, sono vissuti e recepiti come se ci fosse un altro governo, ne più nè meno. Una volta si parlava di "blocco sociale di riferimento": adesso quale blocco sociale difende o tenta di rappresentare la sinistra in Italia? Per almeno un ventennio si è teorizzato di "partiti leggeri", si è incentivato il disimpegno e l' allontanamento dalla politica e dalla partecipazione della cosa pubblica ed ora si raccolgono i frutti amari di questo scollamento fra politica e paese reale. Se un polizziotto ammazza un ultras in un autogrill si mettono a ferro e fuoco gli stadi e si attaccano persino le caserme e per una decina di giorni i giornali non parlano d' altro. Se muoiono sacrificati sull' altare del profitto 4 operai e se ne feriscono gravemente degli altri, al massimo per le vie della Torino post-olimpica-post-operaia scendono in piazza 25.000 persone, mentre a pochi passi dalla scia del corteo lo shopping natalizio deve continuare a tutti i costi. Questo vuoto di coscienza chi lo deve riempire?

Spartaco.

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