Il 1° agosto, come risaputo, arriva ogni anno a sorpresa: in modo
assolutamente imprevedibile. Questo concetto è ben chiaro ai vertici delle
Ferrovie di Stato (Trenitalia), che stamane hanno assistito, stupiti ed
allibiti, al riempirsi della stazione di Porta Nuova (Torino) di migliaia di
viaggiatori diretti verso le spiagge liguri di ponente.
Il riversarsi, tanto inopportuno, di
una miriade di passeggeri tra i binari della stazione, ivi condotti dall’insana
intenzione di salire sul treno per Ventimiglia, ha gettato nel panico il luogo
e, soprattutto, i quadri aziendali del “bravo” Moretti che hanno mascherato bene
il loro disappunto.
La
cronaca di stamani è simile a tante altre già trattate dai media torinesi, ma
credo valga la pena riassumerla. Il convoglio per Ventimiglia delle 8,25 ha
registrato un ritardo di circa 35 minuti dalla
stazione di partenza, Porta Nuova, comunicando solo all’ultimo il binario di
stazionamento ed imbarco. Migliaia di passeggeri, tra cui molti bambini e tanti
anziani preoccupati dalla calca in attesa, hanno deciso di attestarsi sul
binario numero 5, quello storicamente sede di partenza della linea marittima,
per scoprire all’ultimo minuto che in realtà il treno attendeva al numero 12
(dalla parte opposta).
L’avviso indicante il nuovo binario ha scatenato una sorta di esodo,
fatto davvero da una marea umana variegata ed eterogenea, che ha attraversato la
stazione tra mille ostacoli (tra cui carrelli delle pulizie, trasporto disabili
e polizia ferroviaria). Uno slalom infernale, fatto a passo bersaglieresco, che
ha visto cedere in ultima posizione proprio i più anziani spintonati da ogni
dove.
Naturalmente, al contempo, scendevano i viaggiatori del convoglio ora
proveniente e poi diretto in Liguria. Centinaia di persone in controcorrente
rispetto a coloro diretti all’imbarco: un fenomeno che ha scatenato il caos
assoluto, gettando nel panico molte persone.
Essendo giunto il primo agosto improvvisamente, come ogni anno, i vagoni
erano visibilmente insufficienti ad accogliere i numerosi passeggeri, per cui
una volta colmati i posti a sedere per molti si è avviato un viaggio, di
parecchie ore, affrontato in piedi. Unica nota positiva è quella che l’aria
condizionata, perlomeno alla partenza, sembrava essere in
funzione.
Sembrava il set di un film girato nella stazione di un Paese del terzo o
quarto mondo. Una bolgia infernale in cui i più deboli hanno rischiato di non
partire o, peggio, di crollare al suolo.
La
mia mente non può non andare alla notizia, quasi contemporanea alla visione
infernale di stamane in Porta Nuova, della super talpa scavatrice giunta ieri a
Chiomonte per lo scavo TAV. Camionate letterali di Euro impegnati, ad ogni costo
anche sulla testa delle popolazioni, per la “fondamentale” tratta ad alta
velocità Torino – Lione, mentre Trenitalia non è neppure in grado di fornire un
viaggio dignitoso ai pendolari del lavoro o del turismo. Dignitoso, ho scritto,
non comodo o “normale”, solo dignitoso. Un’azienda incapace nell’affrontare le
emergenze che il calendario ogni anno presenta cogliendo impreparati tutto e
tutti.
Alla luce di stamane ritengo l’impegno sul TAV frutto di una malafede
assoluta, poiché chi davvero crede nei trasporti su ferrovia non obbliga i suoi
utenti a calvari ripetuti come quello a cui ho assistito stamane.
Alla Procura di Torino chiedo: se manifestare anche con forza un dissenso
è rubricato quale reato di “terrorismo”, come possiamo allora
definire i responsabili di tanto grave disagio ai propri viaggiatori (se oggi
non è stato calpestato nessuno a morte forse è per un miracolo non certo per
l’organizzazione della stazione di Torino), e come i tanti politici distratti da
quanto accede sui loro territori e sin troppo attenti ai desiderata di chi si
arricchirà (gli unici) dai lavori devastanti della Valle Susa? Lo chiedo pur
essendo certo di non ricevere risposte neppure questa volta, come
non la ricevevo quando sedevo in Consiglio Regionale.
Siamo tutti cittadini di serie C 4. Sudditi di un vassallo arrogante e
presuntuoso, che sembra giocare presentando il conto a noi tutti ed all’ambiente
sua preda.
Juri Bossuto.
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