Non siate ingenui, internet non sarà mai la democrazia...

Un algoritmo salverà il mondo? Internet è libertà, rivoluzione e democrazia? La rete spazzerà via criminalità e corruzione politica? Aprirà i palazzi del potere come una scatoletta di tonno? 

Secondo  Evgeny Morozov sono ingenuità. È da alcuni anni che il giovane (1984) sociologo e giornalista bielorusso ribalta i più assodati luoghi comuni del cyber-ottimismo, minando il mito che Internet sia di per sé una forza per il cambiamento sociale, che elevi l’istruzione, salvi l’economia o rovesci un dittatore.

Con L’ingenuità della Rete (Codice Edizioni) ha smontato l’idea che una rivoluzione sia stata fatta o possa essere fatta su Twitter, visto che, tra l’altro, governi per nulla democratici hanno usato piattaforme digitali piegandole ai loro fini. Ora, nel recentissimo To Save Everything, Click Here (appena uscito in Usa e non ancora disponibile in Italia), Morozov attacca la follia del «soluzionismo tecnologico», l’ideologia che nella Silicon Valley ha il suo motore più propulsivo e che ritiene che ogni situazione sociale complessa possa essere risolta con il giusto algoritmo. Basta trovarlo.
Internet come entità unica a sé stante non esiste, Internet è cosa umana, avverte Morozov, che cita il termine sempre tra virgolette, invitando a esercitare una vivace critica nei confronti di quello che definisce Internet-centrismo, un atteggiamento generalizzato a interpretare ogni aspetto della vita sociale e politica, ancor più i cambiamenti, sotto la lente distorta di internet. Non è che la tecnologia non funzioni, anzi funziona bene, non dipende dall’inevitabile ma dalle scelte di individui precisi, università, governi e aziende. Nel mirino di Morozov, in contrasto con gli innumerevoli ritratti agiografici, era già finito il fondatore della Apple (Contro Steve Jobs), genio del marketing, capace di trasformare una normale azienda produttrice di computer nell’oggetto di una vera e propria venerazione.
Mauro RAVARINO per LINKIESTA.IT 

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