Km della Vergogna...


Domenica scorsa, a Montanaro, una sala affollata di cittadini/e ha subìto una profonda delusione. Molti erano intervenuti anche con i propri bimbi per festeggiare la Zona di Protezione Speciale richiesta a suo tempo alla Regione,deliberata l’11 giugno scorso. Tutti hanno invece scoperto che la stessa Regione aveva abrogato, pochi giorni prima, quella concessione. Così l’assessore Casoni ha risposto ad una interrogazione presentata dalla consigliera regionale della FDS Eleonora Artesio.
La ZPS era stata proposta da Associazioni ambientaliste e Comitati locali, sostenuta da 2000 firme di cittadini/e e dei comuni di Montanaro e Caluso. L’area è popolata da circa 160 specie di uccelli, di cui alcuni molto rari. Tale zona è già stata devastata dagli scavi per ricavare materiali per la Tav Torino-Milano. Ora rappresenterebbe una zona di salvaguardia e di attrazione per coloro che amano osservare gli animali in natura.
Le motivazioni addotte ci appaiono prive di fondamento. Sembrano spiegabili solo con la presentazione, da parte di Sostenya, in collaborazione con il Politecnico, di un progetto chiamato “Km Verde”, presentato qualche settimana prima al Politecnico di Torino.
Questo progetto, che di “verde” ha ben poco, prevede l’occupazione, di quella stessa area, di 600.000 m2, con cinque impianti per la lavorazione di 230.000 tonnellate/anno di rifiuti speciali, fra cui gomme, olii esausti, ceneri dell’inceneritore del Gerbido e soprattutto terre da scavo provenienti dal tunnel per la Tav della Val di Susa, il famoso “smarino” carico di amianto e uranio. Nominalmente questi materiali e altri rifiuti industriali verrebbero prevalentemente riciclati, ma noi riteniamo siano prevalentemente indirizzati a fornire i volumi necessari per la realizzazione di un secondo inceneritore per Torino e provincia. I residui, il 30%, verrebbero interrati in loco in una discarica con 17 metri in emersione sul piano campagna.
È necessario approfondire chi siano i promotori e i gruppi industriali finanziatori: non vorremmo che si saldassero gli interessi di società impegnate nella TAV con quelli degli smaltimenti dei rifiuti industriali pericolosi.
In Consiglio regionale e nel territorio saremo impegnati alla vigilanza e al sostegno delle popolazioni che si oppongono a questo intervento.
Gianni Naggi.

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