Il futuro incerto di SETA ed i possibili scenari...


CHIVASSO - Tra pochi giorni scadrà il termine del bando relativo alla vendita del 49% delle azioni di SETA. E’ il terzo bando e il 17 settembre prossimo ci troveremo di fronte a due scenari possibili. O qualcuno ha aderito e presentato un offerta, oppure la gara è andata (per la terza volta) deserta.
Vorrei qui provare a discutere di queste due ipotesi, partendo da quella che vede la gara deserta e nessun’offerta.
Penso che sarebbe opportuno prendere atto che l’azienda non ha un mercato e che nessuno, alle condizioni date, è intenzionato ad investire del denaro. La strada intrapresa per evitare il fallimento dell’azienda è senza vie d’uscita, vista la non appetibilità che i fatti hanno dimostrato. E in soldoni questo vuol dire che SETA deve fallire. Le conseguenze saranno dolorose. Per i cittadini, che dopo un probabile periodo di rifiuti per le strade si vedranno aumentare le tasse per i rifiuti, per i lavoratori che si troveranno di fronte a un duro e indefinito periodo di sospensione di stipendio, quando non di perdita del posto di lavoro. Per i Comuni che dovranno farsi carico dei debiti che SETA lascerà nei bilanci. Cosa succederebbe in questo caso?

Nel caso invece che qualcuno si presenti e faccia un’ offerta il problema che si pone è chi è e che garanzie di pulizia e di serietà può vantare. Il settore rifiuti è uno dei più esposti ad infiltrazioni della criminalità organizzata e in questo periodo di crisi sono in pochi ad avere i capitali per investire, specie in un’azienda seriamente compromessa come SETA. In molti casi, di fronte ad aziende in difficoltà si sono presentati affaristi senza scrupoli (ricordiamoci di Eutelia) che hanno pensato più ai propri affari che al servizio pubblico... Francamente tra i due scenari non saprei quale scegliere, ma è evidente che la gestione fallimentare della cordata Corgiat/Esposito/Barrea, con la complicità o l’assenza di tutti i sindaci del territorio, ha portato SETA in questa disastrosa situazione. Forse sarebbe meglio commissariare l’azienda e ripartire da capo, togliendo la gestione della medesima dalle mani di chi l’ha guidata in questo baratro.
SaturninoX.





 


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