La vicenda della Foto pubblicata sull'annuario del Liceo Newton, nella
quale alcuni studenti salutavano romanamente, ha avuto il suo giusto
epilogo con la decisione del collegio insegnante di far fare ai ragazzi
delle ore di servizio civile in riparazione della loro inqualificabile
azione.
Tutto bene, quindi. Di fronte ad un comportamento sbagliato,
che dimostra quanto poco questi ragazzi
sappiano della storia e di cosa significa il Fascismo, si è deciso per
un'azione riparatrice, che li porti a riflettere sul loro comportamento.
Epperò non i sembra possibile che la vicenda si possa ritenere
chiusa così. Per esperienza mi pare difficile pensare che la foto
incriminata sia stata la prima manifestazione di quanto i giovani
virgulti hanno manifestato. Sono abbastanza certo che comportamenti
fascistoidi siano già stati espressi in varie occasioni dai giovanotti
in oggetto e mi piacerebbe sapere se e come gli insegnanti abbiano
provato ad intervenire su manifestazioni di questo tipo. Quali
iniziative di ordine pedagogico siano state intraprese durante l'anno
scolastico e quali siano in previsione, ammesso che ce ne siano.
La
nostra società è attraversata da rigurgiti fascistoidi, razzisti e
xenofobi e penso che sia tra i compiti dellla scuola individuare
percorsi che permettano agli studenti di maturare uno spirito critico
nei confronti di chi agita lo spauracchio della violenza e del razzismo
come soluzione dei problemi della nostra società.
Resta poi un
altrro piccolo (ma grande) problema.
La pubblicazione dell'Annuario è di
responsabilità della Scuola e l'aver scelto quella foto non è quindi
responsabilità degli esecutori del saluto fascista ma di che ha
pubblicato l'Annuario.
Pubblicare cose che inneggiano al fascismo è un
reato, e mi sembra ancor più grave se a farlo siano persone deputate
all'insegnamento ed alla crescita dei nostri figli.
Esiste un principio
di responsabilità che è alla base del rapporto tra i membri di una
società, e scaricare tutto sui giovani mi sembra una comoda strada per
evitare le proprie responsabilità, di adulti e di pedagoghi.
Si è voluto
giustificare l'accaduto con la fretta, ma francamente mi pare un
argomento scarsamente efficace. Mi spiace na non è sufficiente a
giustificare l'accaduto. Non credo che esistano nella normativa che
regolamenta il contratto di lavoro di chi ha pubblicato le foto un mezzo
di far pagare l'errore a chi l'ha fatto, ma se sono persone adulte e
responsabili avrei un consiglio: facciano le stesse ore di volontariato
dei ragazzi, affiancandoli nella punizione. Secondo me lo devono sia a
tutti noi, per non aver svolto bene il loro compito, sia agli studenti,
per dimostrargli che chi sbaglia paga. Senza differenze di censo, di
classe o di casta.
Massimo Zesi - Rifondazione Comunista - Chivasso
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