In occasione del lancio del suo ultimo libro "Alta Rapacità" (edito da Chiarelettere ma solo in versione Ebook) , abbiamo intervistato Gianni Dragoni che ci ha parlato dell'alta velocità di Montezemolo e soci. da: cadoinpiedi.it
Il lancio del treno di Montezemolo, Della Valle e Punzo è
andato molto bene. I 3 promotori, i 3 moschettieri dell'alta velocità
privata, hanno investito pochi soldi, inizialmente un milione di Euro,
poi sono arrivati a 25 milioni tra il 2007 e il 2009 ma questi soldi
sono già rientrati nelle loro tasche grazie alla vendita delle azioni e
dei diritti di opzione per gli aumenti di capitale della società Nuovo
Trasporto viaggatori. Poi con l'arrivo di Banca Intesa San Paolo che è
azionista e li ha finanziati, delle Ferrovie dello Stato
francesi e di altri soci (tra cui le assicurazioni Generali e Alberto
Bombassei) i 3 moschettieri hanno già recuperato i soldi
dell'investimento.
Possiedono ancora con tre scatole cinesi il 33% circa di questa società e
il miliardo di Euro che dicono di avere investito in realtà è arrivato
quasi tutto dalle banche, a cominciare dalla banca delle banche, Intesa San Paolo, una delle due più grandi banche italiane, guidata all'epoca del finanziamento da Corrado Passera
che poi è diventato superMinistro in questo governo con il Prof. Mario
Monti. Passera, oggi, come Ministro dello Sviluppo economico ma anche
delle infrastrutture e trasporti, è l'arbitro finale, quello che può
decidere dei problemi nei trasporti nelle ferrovie. Saprà essere
imparziale? O c'è forse un conflitto di interessi come c'è per esempio
con l'Alitalia di cui sempre Banca Intesa è stata promotrice e grande
finanziatrice?
Montezemolo scenderà in politica?
Montezemolo sta già facendo politica, perché da quando ha costituito questa fondazione Italia Futura
nel 2009, tra l'altro uno dei fondatori insieme a lui è stato (ancora)
Corrado Passera, ha già preso posizione più volte. Posizioni anche molto
critiche. Periodicamente lancia dei proclami dal sito della Fondazione,
attualmente c'è un programma politico che si chiama Italia 2013, il
cantiere aperto. Quello che Montezemolo non ha ancora detto è che se si
candiderà alle elezioni, se - per usare un'espressione cara a
Berlusconi - scenderà in campo, dovrà calibrare le alleanze. Montezemolo
è corteggiato dal cosiddetto terzo polo di Pierferdinando Casini,
ma si notano anche dei collegamenti politici. Quindi Montezemolo con
questa rete di alleanze e questo grande ossequio di tutta la stampa
italiana nei suoi confronti, è già di fatto un attore della scena
politica.
Se si candiderà e verrà eletto, sarà ufficiale il suo ruolo politico.
Se questo avverrà, si inasprirà un conflitto di interessi (in realtà già
presente). Montezemolo, non dimentichiamolo, è presidente di molte
società tra cui la Ferrari, è consigliere di amministrazione della FIAT,
è il principale azionista di un gruppo di arredamento e design di
lusso, Poltrona Frau, che è gestito da un fondo
lussemburghese di sua proprietà con altri soci. Poi, tra tutte queste
attività e molte altre è entrato di recente nel Consiglio di
Amministrazione di una grande banca, la Unicredit. Detto ciò, se si fa
politica e si hanno rilevanti interessi nel mondo dell'economia, c'è un
evidente conflitto di interessi. In altri paesi tutto ciò forse non
sarebbe consentito, a meno che chi entra in politica non si spogli di
questi interessi.
In Italia non è così. L'abbiamo visto per Berlusconi e a quanto pare non
sarà così neanche se Montezemolo scenderà in campo, entrerà in
Parlamento e magari al governo, come è nelle sue aspirazioni!
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