Infatti
sulla questione della caccia il Consiglio Regionale non è l’unico
depositario di un mandato pubblico: la raccolta delle firme e
l’ammissione del referendum hanno riconosciuto l’esistenza di una
democrazia diretta che pone questioni puntuali sul tema. Disattendendo
questo percorso si è compiuta una profonda violazione dello Statuto della Regione Piemonte e dell’iter democratico che avrebbe portato al Referendum.
Trovare
una soluzione per evitare il costo delle urne sarebbe stato semplice,
ovvero recepire i quesiti referendari in legge, come proposto da tutti
gli emendamenti sottoscritti dal gruppo della Federazione della
Sinistra.
Ma
la furbizia istituzionale ha voluto percorrere un'altra strada:
disordinata, confusa e nemmeno puntuale dal punto di vista della
costruzione formale. Su quest’ultimo aspetto probabilmente si dovrà
pronunciare, ancora una volta, il Tribunale Amministrativo.
Eleonora Artesio.
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