
Il  pareggio di bilancio nella Costituzione, già approvato in prima lettura  dal Parlamento, soprattutto con la modifica dell'articolo 81 preoccupa  tutti noi giuristi, economisti, intellettuali, cittadini. L'iniziativa è  accompagnata da un clima punitivo, e rovescia sul popolo le  responsabilità di un intero ceto dirigente, imprenditoriale, politico e  amministrativo.
Sinora il tema è stato circondato dalla  peggiore censura: quella dei mezzi silenzi e dell'ovvietà. Negli  sbrigativi lavori parlamentari, si è vista una maggioranza inconsueta  nella storia repubblicana, e usuale invece in altri regimi. Se anche in  seconda lettura la modifica passerà coi due terzi, sarà impossibile un  referendum. La Costituzione è un programma solidale. Casa, lavoro,  salute, istruzione, ambiente, giustizia, tutto ha bisogno di interventi  pubblici, e poco resta agli italiani se si appendono i diritti alle  compatibilità. Siamo consapevoli che occorrono severi controlli, e che  una spesa sbagliata deruba il popolo. Ma attraverso una trappola  rigorista si può commettere lo stesso furto, impedendo la spesa pubblica  solidale. Diffidiamo dell'interpretazione unilaterale degli obblighi  europei, attuati a senso unico e invocati come un totem e un babau. Non  crediamo che l'obbligo di pareggio stronchi la partitocrazia, perché  resta la possibilità di autorizzare l'indebitamento, a maggioranza  assoluta: una maggioranza qualificata, simile a quella per l'amnistia,  come se la spesa sociale fosse una colpa. Inoltre, la misura del  successo politico può consentire la deroga. Oggi si vincono le elezioni  con un terzo dei voti. Così, chi vince potrebbe spendere e definire il  rientro, scegliendo su chi scaricarlo. Cordate di potere, capaci di ogni  trucco, potrebbero far pagare agli italiani i loro falsi rigori.  Chiediamo un ripensamento, una moratoria e l'apertura di una vera  discussione.
Luca Baiada, Domenico Gallo, Danilo  Zolo, Livio Pepino, Mauro Piras, Marcello Rossi, Rino Genovese, Mario  Monforte, Piero Belleggia, Roberto Passini, Francesco Cattabrini,  Stefano Petrucciani, Alfio Mastropaolo, Gianni Ferrara, Claudio  Bazzocchi
 
 
 
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