Christine Lagarde è la presidente del Fondo Monet. Internaz., il principale
strumento in mano alla finanza internazionale per massimizzare l'efficacia della
rapina globalizzata.
In una importante occasione pubblica a New York la Lagarde ha
drammaticamente denunciato che l'attuale generazione dei giovani è perduta; ha
usato proprio questo termine: perduta!
A chi stava parlando la Lagarde? Agli stati affinché prendano
provvedimenti? Figuriamoci! Stava mettendo in guardia i suoi padroni: i big
della finanza internazionale. Stava dicendo loro: attenzione che nel gregge
che state tosando vi sono molte pecore nude, per cui la quantità di lana sarà
molto inferiore alle vostre aspettative. State pur certi che il messaggio è
arrivato, e che si sta già stilando l'ordine ai servi-pastori (i politici) di
ridurre le razioni di mangime (abbassare ulteriormente le retribuzioni, in modo
palese o surrettizio), vendere gli ovili (privatizzare proprietà statali di ogni
genere) e favorire la fuga degli animali nudi (lasciare che i giovani cerchino
all'estero le possibilità di vita che non trovano in Italia).
Cosa significa per noi questo avvertimento? Per i nostri dirigenti
pubblici: nulla. La deriva economica e sociale di cui la situazione dei giovani
è un sintomo è nota da tempo, e la si esorcizza parlando di sviluppo
impossibile, con colpevole ignoranza o criminale malafede.
Cosa significa questo avvertimento per noi cittadini? Che continueremo ad
essere tosati come pecore, in condizioni di vita sempre più precarie.
Immaginatevi che tipo di esistenza avranno i nostri figli, a cui allude la
Lagarde nel suo allarmato intervento: con una retribuzione miserabile e
saltuaria fino a 75 anni, e poi con una pensione consistente in pochi
spiccioli. Avete presenti i cafoni di Fontamara, che avete letto quando
andavate a scuola? Erano proprietari di casa (una catapecchia) come i nostri
figli, che avranno ereditato il nostro alloggio sul quale si accanirà
Equitalia. Erano proprietari di un mezzo di trasporto e di lavoro (l'asino) ,
paragonabile all'utilitaria scassata che useranno i nostri figli. Erano
proprietari di un fazzoletto di terreno ingrato, insufficiente a dar loro da
mangiare, proprio come i nostri figli, sfruttati con un lavoro intermittente e
sottopagato.
E purtroppo, proprio come i pidocchiosi cafoni di Fontamara, incapaci di
coalizzarsi e ribellarsi a un simile destino, i nostri giovani proseguono la
loro esistenza senza presente e senza futuro.
Noi, vivaddio, generazione precedente, cosa stiamo facendo per tentare di
cambiare questa realtà?
Gino Folletti.
Gino Folletti.
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