Chivasso una socialità per pochi e fatta da pochi...

CHIVASSO - La crisi economica che l'intero paese sta vivendo, si fa sentire forte anche a Chivasso. Aumentano i senza lavoro e i senza casa, gli sfrattati, i senza tetto, insomma chi in questo inverno non ha altro riparo che la strada. Come se la passa la nostra città dal punto di vista sociale? Non sembrerebbe bene. Purtroppo, i tagli governativi impoveriscono sempre di più i comuni e molte volte a rimetterci sono anche le spese per le politiche sociali. Se in più, queste vengono gestite, come sta accadendo oggi, senza un coinvolgimento ed un progetto chiaro ma con iniziative sporadiche e non coordinate, le cose peggiorano drasticamente. Non si può fare a meno di notare, come gli interventi sulla  la socialità oggi a Chivasso siano svolti non su un progetto chiaro e condiviso, ma con assegnazioni che cercano di tamponare la situazione  senza riuscire a porvi rimedio. Se guardiamo a quanto sta accadendo, sono ogni giorno più frequenti i racconti di gente che a Chivasso dorme per strada, addirittura persone con bambini piccoli o in gravidanza.
Come Federazione della Sinistra, una proposta noi ci sentiamo di avanzarla per l'emergenza senza tetto, anzi due ma la prima è un semplice requisito di civiltà. E' opportuno che finalmente, Chivasso si doti di un rifugio per i senza tetto, ve ne sono in tutte le città medio grandi e non si capisce perché  Chivasso non ne abbia uno, gestito dal comune, da realizzare magari nell'area Movicentro, dato che non la si vuole destinare alla socialità e che a tutt'oggi resta una cattedrale nel deserto, considerato anche il fatto che lo spazio che occuperebbe sarebbe ridotto.
La seconda invece è una proposta che andrebbe a risolvere, almeno in parte il problema emergenza casa: Chivasso è piena di abitazioni vuote, seconde e terze case, inutilizzate. Il comune offra ai proprietari un mensile, non pari agli affitti di mercato ovviamente ma comunque una compensazione, in cambio i proprietari delle case devono impegnarsi ad ospitare le famiglie senza casa, specie quelle con bimbi piccoli a carico, la si potrebbe porre come proposta volontaria per chi avesse la sensibilità di aderire. Se poi nessun Chivassese avesse questa sensibilità, ma non lo crediamo, allora il comune dovrebbe avere il coraggio politico di ricorrere all'esproprio, anche temporaneo, per motivi di necessità ed urgenza delle case vuote. Perché  questi motivi sussistono tutti. In altri comuni questo è stato fatto finché  non si è almeno diminuita l'emergenza casa. Non è da città civile tutta questa gente che dorme per strada, ancora meno lo sono i fondi assegnati per spettacolini, o agli amici degli amici, quarantamila euro alla fondazione Novecento,  o con affidamenti frammentari.e sporadici,  ma la socialità non può essere appaltata solo ai soliti noti, specie se si vede che la situazione è grave.
Vorremmo inoltre definire un progetto sociale che provi a coinvolgere tutte le realtà presenti sul territorio al fine di cercare delle risposte coordinate e condivise sulle tematiche della povertà. Pensiamo che sia necessario, visti i tagli e le ristrettezze del pubblico, cercare di fare fronte unico tra tutti coloro che si occupano degli ultimi, al di là di colorazioni politiche. Dobbiamo riuscire a trovare dei percorsi comuni  su un piano condiviso, che rimetta al centro le difficoltà dei cittadini, senza chiuderci in steccati d’area o di parrocchia. 

Antonino Martino, Federazione della Sinistra Chivasso.

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