A fianco dei lavoratori (tutti) che lavorano per conto di SETA...e per il risanamento dell'azienda

E’ con piacere che accogliamo la delibera del Comune di san Mauro, che impegna quella amministrazione nella difesa del posto di lavoro degli operai  che svolgono la raccolta dei rifiuti anche non dipendenti SETA. Ci sembra un atto serio e responsabile di un’amministrazione che pensa, in un momento di grave crisi alla tutela dei lavoratori che svolgono un servizio pubblico nel proprio territorio. La vicenda è nota e riguarda la gara d’appalto dei servizi di igiene urbana e la vendita del 49% di SETA. In questa operazione, che si sarebbe dovuta concludere il 31 dicembre con l’assegnazione dell’appalto, ma che è ancora da definire, nessuna tutela è stata pensata per i lavoratori delle ditte esterne, che svolgono o per conto del Comune di San Mauro o per conto SETA le attività di raccolta rifiuti. Mentre per i lavoratori di SETA un impegno, seppur formale, è stato preso, niente è stato fatto per questi altri lavoratori, quasi che non fossero anche loro padri di famiglia, non avessero da pagare affitti e mutuo, bollette e mantenere figli... Chiediamo quindi che anche tutte altre amministrazioni dei Comuni del Consorzio di Bacino 16 esprimano chiaramente il loro sostegno alle famiglie ed ai lavoratori che vedono messa in discussione la possibilità di avere uno stipendio, e l’impossibilità di accedere agli ammortizzatori sociali in caso di crisi. E lo chiediamo in particolar modo a Chivasso Quale comune capofila di una considerevole parte del territorio del Consorzio di Bacino 16. Come Federazione della Sinistra siamo inoltre contrari alla vendita di SETA, nel rispetto della volontà popolare, manifestatasi con il referendum di giugno, in cui i cittadini hanno espresso chiaramente la volontà di mantenere i servizi pubblici. Certo che l’azienda è in forte crisi, dovuta all’incapacità degli amministratori precedenti, che hanno gestito l’azienda in modo pessimo, assumendo decisioni di cui non sono stati capaci di gestirne gli effetti, come l’On Esposito quando ha internalizzato la riscossione della TIA, o lavorando sottocosto, come gli adeguamenti richiesti negli ultimi due anni hanno tristemente dimostrato.  Si dichiari lo stato di crisi, si nomini un commisssario e si risani l’azienda, azzerando il CDA di SETA, inutile e costoso, ed affidando ad un amministratore competenete e scelto non dalle segreterie dei partiti il compito di riportare l’azienda in acque sicure.

Massimo Zesi Antonino Martino - Federazione della Sinistra - Chivasso.

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