Emarginazione, disinformazione e razzismo... l'ANPI sui gravi fatti della Continassa...

E’ dei giorni scorsi la fiaccolata di solidarietà organizzata alle Vallette di Torino dopo la denuncia di un falso stupro da parte di una ragazza, conclusasi vergognosamente con l'incendio dell'insediamento di nomadi alla cascina Continassa da dove sarebbero provenuti i responsabili di una violenza mai avvenuta.

L’Anpi è un’associazione che ha come fini istitutivi la memoria della Resistenza e la difesa di quella Costituzione che dalla Resistenza nacque. Non compete quindi alla sezione “B. Bradac” di Chivasso stigmatizzare le persone e in particolare i politici locali che ricoprono incarichi istituzionali per la partecipazione alla manifestazione razzista contro il campo rom della Continassa svoltasi dietro l’agghiacciante striscione “Adesso basta! Ripuliamo la Continassa!” e sfociata in un vero e proprio pogrom. Ciascuno dei partecipanti, e coloro che come Paola Bragantini ricoprono cariche pubbliche a maggior ragione, risponderà di questa scelta sul piano morale, civile e politico.  Ciascuno farà le proprie riflessioni e chiarirà, se vorrà e potrà, la propria posizione e le specifiche ragioni di tale partecipazione.
Allo scopo di offrire uno spunto per questa riflessione ci permettiamo di suggerire di leggere con attenzione il seguente brano dell’articolo di Marco Revelli La metamorfosi padana nasce dal senso perduto dell’esistenza pubblicato sul “Manifesto” del 22 febbraio 2007 su fatti simili  allora accaduti a Opera, alle porte di Milano:
“I 60 rom che erano stati ospitati nel campo provvisorio di Opera, alle porte di Milano, “stanchi di insulti”, se ne sono andati via, e non vi torneranno più. “E’ un modo per proteggere le famiglie, non ne possono più di attacchi verbali così violenti”, ha dichiarato don Virginio Colmegna, che il 21 dicembre, dopo lo sgombero forzato del campo di via Ripamonti, , ve li aveva portati, d’accordo con la giunta comunale di centrosinistra.
Era nato allora […] un comitato “spontaneo” (in realtà animato da attivisti di AN e della Lega) che aveva subito dato vita ad un presidio permanente.  E a una mobilitazione carica di aggressività e di violenza, che nella stessa notte aveva provocato un assalto al campo con l’incendio delle tende in cui dormivano le famiglie rom con ben 30 bambini, protraendosi poi tra momenti conviviali, bivacchi diurni e notturni, e una continua, sistematica pratica dell0’aggressione verbali con insulti, sputi, minacce ai nomadi e ai volontari  che ogni mattina accompagnavano i bambini a scuola. […]
Questo è in fondo il risvolto antropologico dell’attuale “questione settentrionale”. Questo inabissarsi della società dentro l’accelerare dell’economia, che mette in gioco gli eterni imprenditori politici disposti a quotare alla propria borsa le vite non vissute e il conseguente rancore dei propri simili.  Già una volta gli “zingari” sono stati vittime di una tale sindrome della nostra cattiva modernità, passando silenziosamente per il camino. Mettiamoci al riparo, finché siamo in tempo”.
A.N.P.I. Sezione "Boris Bradac" di Chivasso.

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