A TORINO, MERCOLEDI' 2 novembre dalle ore 20,30 al Caffé Basaglia in Via Mantova 34 (I° piano).
Il 24 marzo 1976 scese la notte sull’Argentina e per decine di miglia di persone inizio un viaggio senza ritorno. Già da alcuni anni si parlava di colpo di stato, che arrivò quel giorno. Vennero sospesi i diritti democratici, sindacali e politici. I militari presero il potere e dissero di voler riaffermare l’ordine democratico e repubblicano attraverso un «processo di riorganizzazione nazionale» presieduto dal generale Jorge Rafael Videla.Gli oppositori furono sequestrati sequestrati da gruppi non identificati, caricati su vetture senza targa e fatti scomparire. Ebbe così inizio, lentamente, il più grande
genocidio della storia argentina. Migliaia e migliaia di persone furono torturate, e uccise e gettate vive in mare. I loro cadaveri sepolti in fosse comuni, cremati o buttati mare. Divennero così dei desaparecidos. Almeno 30.000 persone.,Nel 1983 terminò la dittatura militare. Alcuni dei massimi responsabili furono processati. e condannati, poi indultati perché le prove dei loro crimine furono fatte sparire Solo con la presidenza di Nestor Kirchner (2003 – 2007) e l’abolizione delle legge sull’ “Obbedienza dovuta” e del “Punto finale” furono iniziati processi contro i responsabili materiali delle sparizioni. L’ultimo dei quali si è concluso il 26 ottobre 2011, con la condanna all’ergastolo dei responsabili dell’ESMlA, la Scuola di meccanica navale, l’Auschwitz argentina dove passarono almeno 5.000 desaperecidos.Alcuni processi per la sparizione e l’uccisione di desaparecidos furono svolti anche in Italia tra il 1996 e il 2009
Per non dimenticare, riflettere su ciò che è stato ascoltiamo Vera Vigevani è nata a Milano nel 1928 e dieci anni più tardi dovette emigrare in Argentina perché le leggi razziali le impedivano di andare a scuola e di avere una vita normale. In Argentina sposò Giorgio Jarach e lavorò fino alla pensione come giornalista all'ANSA di Buenos Aires. Sua figlia Franca scomparve a diciott'anni il 26 giugno 1976 e di lei non si seppe più nulla fino a poco tempo fa, quando una donna sopravvissuta al campo di concentramento dell’ESMA le ha raccontato tutto Vera Vigevani, che appartiene al movimento dele Madres de Plaza de Mayo fin dai primi mesi della sua fondazione, piace definirsi “una militante della memoria”. Ha scritto:ì tra l’altro Il Silenzio infranto, Zamorani editore e Vite senza corpi, edizioni Goree.
Norma Victoria Berti, aveva 21 anni nel 1976 quando fu sequestrata e condotta in un centro clandestino di detenzione dove sparirono più di 2.500 persone. Da lì fu trasferita al penitenziario di Cordoba e poi al carcere di Villa Devoto a Buenos Aires. Fu messa in libertà alla fine del 1979 dopo tre anni di prigionia senza avere avuto mai alcun formale capo d’accusa. Vive dal 1981 a Torino. E autrice del libro Donne ai tempi dell’oscurità, Sep edizioni.
Al Caffé Basaglia Centro di animazione sociale e culturale delle comunità
si può anche cenare: prenotazioni al n 011.19708848.
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