Approvata nuova convenzione tra Comune e SETA. Niente di illegale, ma.....


CHIVASSO - L'altra sera, nel consiglio comunale di Chivasso è stata approvata la nuova convenzione tra il Comune e SETA, con i relativi allegati che regolamenteranno i rapporti tra il comune e l'azienza, oltre che con i Consorzio di Bacino 16.
Lo stesso documento è in approvazione in questi giorni in tutti i comuni del Consorzio, per permettere l'espletamento della gara di affidamento dei servizi (15 anni) e la vendita del 49% delle quote di SETA, dopo la sua ricapitorizzazione. 
L'assessore al Bilancio ha illustrato la situazione, evidenziando che siamo di fronte ad un problema considerevole, visto che i pagamenti della TIA continuano ad essere attorno al 30/40%  con un'evasione elevatissima. Le riscossioni sono state affidate ad Eqiuitalia, e pare che procedano, con un notevole aggravio per gli evasori. Sembra però ragionevole pensare che, in questo periodo di crisi sarà difficile recuperare tutto lo sbilancio, e che anzi le cifre eluse potrebbero addirittura crescere.
Il presidente del Consorzio di bacino, Dott. Avataneo, ha illustrato le caratteristiche del bando, spiegando in quale meraviglioso mondo andremo, grazie all'ingresso dei privati nella gestione dei servizi. 
Il nuovo socio dovrà riorganizzare i servizi e, senza aumentare i costi, senza diminuire il personale riuscirà nel giro di qualche anno a far utili, che spartirà con i comuni che fanno parte del Bacino 16. Bellissimo. Eccezzzionale, stupendo. 
Il problema però è il seguente, e lo capisce ogni persona dotata di buon senso: come farà? Come sarà possibile tagliare i costi senza ridurre il personale? Con quale bacchetta magica riuscirà a raggiungere il 65% (oggi siamo attorno al 53%), percentuale che dobbiamo raggiungere nel 2012 pena il pagamento di ecotassa,  diminuendo i servizi? 
Un mezzo c'è e nonostante le rassicurazioni date l'altra sera, sarà relativo ai lavoratori delle ditte (aziende e cooperative) che lavorano su servizi che SETA ha esternalizzato. Per questi non c'è nessun patto parasociale che tenga. Ad oggi sono fuori, e pazienza se molti di loro sono lavoratori di questo territorio. Poco importa che le cooperative e le aziende esterne hanno fatto da polmone finanziario a SETA ricevendo in ritardo i pagamenti (anche di otto, nove mesi) le loro fatture. Oggi non servono più, fuori dai piedi. 
Ma anche lo sbandierato accordo con i lavoratori assunti in SETA non è un vincolo ineludibile. Cosa vieta di proprorre, visto lo stato di crisi e le possibilità dell'ultima manovra del governo, la proposizione di un patto in deroga con un taglio degli stipendi dei lavoratori di SETA? Formalmente non si perdono posti di lavoro, ma si scarica sui lavoratori il risanamento dell'azienda. 
Il problema vero è che bisogna vendere e che per fare questo si passerà sulla pelle di chiunque, lavoratori e cittadini, pur di non mollare l'azienda. 
Il problema vero è che la scelta di finanziarizzare il servizio pubblico ha come risultato questo: la necessità di trovare continuamente fondi e che, quando si è in un servizio pagato dai cittadini, alla fine non esiste rischio d'impresa e i costi sono sempre a carico dei cittadini, sia direttamente, pagando sempre di più, sia indirettamente, con la perdita di posti di lavoro.
E questo a pochi mesi da un referendum che ha ribadito la scelta dei cittadini di non far andare il servizio pubblico nelle mani del privato.
Ma la realtà è che i nostri amministratori se ne fregano della volontà dei cittadini. Che 26 milioni di votanti non valgono una poltona o un affare.
Niente di illegale, ma certamente tutto di sbagliato.
Massimo Zesi - Federazione della Sinistra Chivasso.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Il rischio di impresa esiste eccome, basti vedere i creditori di Seta... non esiste per le aziende pubbliche come Seta, che scarica il tutto sui cittadini, o almeno quelli che pagano...ma pagheranno ancora?
operatore exologico

Anonimo ha detto...

Niente di illegale? Ci pisciano in testa e ci sputtanano i soldi PUBBLICI ed è niente di illegale? La SETA rappresenta il fallimento di questa classe politica. I partiti hanno sempre imposto a SETA quadri dirigenti compiacenti e fornitori compiacenti che si sono indebitati per finanziarla, quindi sono tutti corresponsabili del fallimento. E ora ci chiedono di risanarlo. Finirà come ALITALIA... nel culo sempre all'onesto! Que se vayan todos!

Marco Marocco

Anonimo ha detto...

singolare il ragionamento di Marocco. Uno lavora per seta, non viene pagato ed è corresponsabile del disseto di seta. Viene da chiedersi lui dov'era mentre questo succedeva. Nel bosco delle fatine? a pettinare bambole?

Franti

Anonimo ha detto...

Franti, e tu dov'eri di bello? Io a lavorare in una azienda privata che non ha futuro come il resto degli italiani che ha meno di 40 anni. Franti tu eri a fare il dirigente in SETA o eri a fare il direttore generale di un qualsiasi fornitore a chiedere prestiti alle banche al posto di SETA?

Tutti bravi dare consigli usando il culo degli altri, ovvero il culo dei cittadini ONESTI!

Franti chiediti invece cosa hanno fatto i Partiti, i Soci di SETA (ovvero i Comuni e la Provincia), i Dirigenti che hanno gestito la SETA in questi anni.

Franti chiediti perché ora vogliono altri soldi (dopo aver fatto indebitare i fornitori) per risanarla dopo averla distrutta e non dove ero io!

Franti chiediti perché non si fa una raccolda differenziata SERIA e si investono 500 milioni di euro per l'inceneritore del Gerbido e non dove ero io!

Marco Marocco