CHIVASSO/ITALIA - Ormai è storia vecchia, risale al governo Prodi. Forse per garantirsi il voto prezioso dei senatori valdostani, quel governo stanzia circa 40 milioni di euro per realizzare un raccordo ferroviario che permetta alla linea di Aosta di immettersi direttamente sulla direttrice per Torino, saltando la stazione di Chivasso. Secondo i promotori, questo consentirebbe di risparmiare i 5 o 10 minuti che si perdono per invertire la direzione di marcia a Chivasso.
Il progetto lunetta, o peduncolo che sia, appare da subito assurdo, se non altro perché taglia fuori la stazione con il maggior numero di utenti di tutta la linea. Nonostante ciò, l’iter relativo all’opera prosegue il suo corso, l’amministrazione Matola si dichiara contraria a parole, ma nei fatti accetta il progetto, chiedendo che sia collegato a quello per la sostituzione dei passaggi a livello.
A complicare tutto arriva il divieto di ingresso per i treni diesel a Porta Susa, che rende obbligatorio il cambio di convoglio per i viaggiatori sulla linea di Aosta. A questo punto, anche i più ostinati fautori della lunetta cominciano a rendersi conto che i problemi per la linea in questione sono ben altri.
Si arriva così a pochi giorni fa, quando dalla Valle d’Aosta giunge la notizia di un incontro tra i rappresentanti delle due regioni interessate, nel corso del quale sarebbe stato deciso l’affossamento definitivo del progetto lunetta. Ma, mentre ormai tutti si aspettano che i soldi così risparmiati vengano investiti per l’elettrificazione della linea, ecco che l’assessore ai trasporti valdostano, Aurelio Marguerettaz, se ne esce con un’altra pensata che non si sa se definire più originale o fantasiosa: i locomotori bimodali. Treni cioè, che funzionerebbero a diesel fino a Ivrea o Chivasso e, una volta arrivati lì, basterebbe girare una manopola ed eccoli convertiti in elettrici.
Immediata la reazione delle associazioni pendolari, che in un loro comunicato affermano: “l'Acquisto dei treni bimodali sarebbe uno spreco di denaro pubblico sia per l'entità della spesa, pari e forse superiore al costo dell'elettrificazione, sia per i tempi di realizzazione (per la messa in opera dei bimodali ci vorrebbero 4 o 5 anni mentre per l'elettrificazione 3 o 4) e sia rispetto all'obiettivo di rendere normale e moderna la nostra ferrovia che sostituirebbe dei locomotori diesel con altri locomotori diesel senza sostanzialmente cambiare nulla dei problemi strutturali che subiamo”.
Una settimana fa, la proposta dell’acquisto di treni bimodali viene respinta anche dal Consiglio Regionale della Valle d’Aosta, con 18 voti contrari e 14 a favore, con il voto contrario, cioè, di 6 consiglieri di maggioranza.
A questo punto, si muove anche l’amministrazione chivassese che, per bocca dell’Assessore all’Ambiente Gianluca Vitale, esprime piena soddisfazione per l’abbandono di un progetto fortemente impattante per il territorio e i cittadini chivassesi e auspica “che sia al più presto individuata una soluzione che consenta funzionalità e rispetto dell’Ambiente. E’ indubbio che l’alternativa maggiormente auspicabile sia l’elettrificazione del tratto ferroviario che dovrà, però, essere valutata in funzione delle disponibilità economiche”. Proprio per approfondire le soluzioni più adeguate, L’amministrazione chivassese ha incontrato nei giorni scorsi i rappresentanti dei comitati pendolari e delle associazioni ambientaliste locali, per promuovere ed organizzare un seminario-dibattito, che avrà quale tema centrale le prospettive inerenti il trasporto ferroviario nel tratto Torino-Ivrea-Aosta.
A questo proposito, il professor Carlo Fontana, uno dei maggiori esperti di trasporti della nostra zona, afferma: “O si assumono alcune condizioni fondamentali da cui partire (rendere efficiente il trasporto pubblico e pianificare/ricollocare attività e servizi in posti raggiungibili con trasporto pubblico) per ragionare sull'asse trasportistico Torino-Milano e le sue diramazioni (come la Chivasso-Aosta),o si resta nella palude che ha partorito la lunetta e che continua a ragionare solo su piccoli ritocchi che lasciano sostanzialmente la situazione così com'è.”
DoC.
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