A Cossano Canavese la politica cerca di guardareoltre il proprio naso, con il progetto Polaris...
Da quanto tempo la politica nazionale e locale non dimostra di voler guardare oltre il proprio naso, oltre la contingente necessità, con lungimiranza? In Italia forse dai padri Costituenti? In Piemonte forse dal Movimento Comunità di Adriano Olivetti? Sicuramente qualche altro ottimo esempio ci sarà stato, ma stiamo parlando di eccezioni alla triste regola della politica di basso profilo a cui purtroppo siamo abituati da tanto tempo.
Certo è che a Cossano Canavese, giovedì 29 settembre, alle ore 18, nel salone della biblioteca, viene presentato un progetto che guarda in prospettiva ed in modo concreto. Merita a mio avviso di essere segnalato. Si tratta del progetto “Polaris, masterplan strategico per la valorizzazione dell’anfiteatro morenico di Ivrea”. Uno dei più importanti architetti paesaggisti a livello internazionale, Andreas Kipar, con gli architetti Fortunato D’Amico e Mario Tassoni, del team di Polaris, illustreranno in anteprima, alla cittadinanza ed ai giornalisti, il lavoro svolto per la rivalutazione ambientale, paesaggistica, culturale e turistica dell’anfiteatro morenico di Ivrea. Si tratta di un progetto che intende realizzare una concreta alternativa per il rilancio del Canavese. Seguirà la presentazione del libro della ricerca di Mario Tassoni “L’anfiteatro morenico di Ivrea. Analisi del sistema insediativi-ambientale”.
Polaris è un un’iniziativa promossa dal Comune di Cossano Canavese, con i Comuni di Ivrea, Caravino, Vestignè, Settimo Rottaro ed il sostegno della Camera di Commercio di Torino, della Fondazione Crt e della Cooperativa Aeg, con molti altri enti pubblici ed aziende private.
«Un processo che nasce dal basso – spiegano i promotori -, da un’ iniziativa delle comunità locali che ha tra gli obiettivi principali la ricerca di una nuova identità per il Canavese, un territorio che si sta “svuotando” di persone e attività e che può essere facile preda di progetti di trasformazione poco attenti alla specificità dei luoghi».
Una tappa di una strategia di intervento che cerca di ridare linfa vitale al territorio del Canavese, a partire dalle sue componenti ambientali, economiche, sociali, culturali ed estetiche. E’ la ricerca di un modello sostenibile e innovativo di sviluppo, puntando sulle peculiarità storico, artistiche, culturali e paesaggistiche del territorio, quali vere risorse da valorizzare.
Nel comunicato stampa di presentazione dell’iniziativa, si afferma che «diviene sempre più importante creare consenso riguardo alla necessità di dare valore ad un patrimonio comune, quale proprio è il “paesaggio”, anche alla luce delle importanti funzioni di interesse generale che esso svolge sul piano culturale, ecologico, ambientale, sociale e, se ben pianificato, anche economico. In questo senso, l’impegno nel Canavese è già partito da tempo. Da un gruppo di studiosi riunitisi a Cossano Canavese e da altri Comuni, enti e associazioni lungimiranti che stanno tentando caparbiamente di innescare un nuovo processo di sviluppo territoriale, che sia ecosostenibile e di lungo periodo, capace di risvegliare un territorio ricco di segni di ogni epoca ma “sopito”, in attesa di essere risvegliato. Queste le premesse del progetto Polaris, che si pone prima di tutto come processo culturale per stimolare il rilancio di una vasta porzione territoriale del Canavese, a partire dall’Anfiteatro Morenico di Ivrea».
In tal senso, l'idea proposta dal team di lavoro, coordinato dall’architetto Kipar ha virato verso una proposta che non fosse un mero progetto, mirato alla risoluzione del contingente, ma un vero e proprio masterplan in grado di disegnare una cornice e una prospettiva di ciò che questo territorio potrà essere nel prossimo futuro.
Un territorio che può riscoprire una nuova identità e avviare un nuovo ciclo di produttività fondato sulla green landscape economy, dove innovazione tecnologica, turismo culturale, prodotti agroalimentari e valorizzazione delle risorse naturali possano rappresentare gli ingredienti per la formazione di un nuovo paesaggio, rinnovando il fertile rapporto tra tradizione ed innovazione che ha caratterizzato questo territorio nei decenni trascorsi.
Un approccio che punta a valorizzare la bellezza dei luoghi, la ricchezza del patrimonio storico, culturale e ambientale, la coesione sociale, il capitale umano e il saper fare come espressione di un’identità culturale: tutte componenti essenziali nella sfida della qualità.
Con la scoperta di queste potenzialità si possono sviluppare progetti che mettano in connessione i diversi attori e che su questo circuito virtuoso ne attraggano altri che, agganciandosi a questo rinnovato modello di sviluppo, sappiano trasformare l’originalità e la specificità di un paesaggio in uno straordinario, ma anche sostenibile, motore di riconversione. La speranza è che tutto si trasformi presto in realtà.
Renato Dutto.
2 commenti:
E' proprio vero che, da tanto tempo, non si sente parlare di grandi politiche per il futuro... tutto è condizionato sempre dalla necessità del momento, dalle elezioni che incombono dopo pochi mesi... Sarebbe bello inaugurare sul blog del Paolo Otelli una rubrica di segnalazioni sulle iniziative che guardano "oltre il proprio naso" (anche se purtroppo sarebbe una rubrica destinata a durare poche puntate...). Che ne dite?
non male l'idea: se vuoi te ne puoi occupare direttamente. Fcci sapere, scrivi a: frediano@teletu.it
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