Regione Piemonte: approvato il nuovo Regolamento Forestale Regionale
Le Associazioni Ambientaliste:
“Un passo indietro di 60 anni che causerà un enorme scempio ambientale ai danni del patrimonio forestale piemontese”
“Un passo indietro di 60 anni che causerà un enorme scempio ambientale ai danni del patrimonio forestale piemontese”
E' stato approvato dalla Giunta Regionale del Piemonte il testo del nuovo Regolamento Forestale, approvato l'8 settembre scorso dalla III Commissione Consiliare.
“Proprio nell'anno internazionale delle foreste, viene approvato un regolamento distruttivo, che minaccia la sopravvivenza dei nostri boschi, considerati unicamente come risorsa da sfruttare economicamente in modo miope per il guadagno di pochissimi a svantaggio dell’intera collettività – commenta Roberta Benetti, rappresentante delle Associazioni Ambientaliste al Comitato Tecnico Regionale per le Foreste e il Legno -. Le modifiche apportate al Regolamento Forestale sono in contrasto con tutte le normative di settore e portano il Piemonte indietro di 60 anni rispetto alla gestione forestale, consentendo l’impoverimento di un patrimonio inestimabile ed impedendo così il corretto sviluppo e l’evoluzione nell’ottica di una gestione sostenibile, di un settore produttivo importante soprattutto nei tempi di crisi che stiamo vivendo. L’approvazione di tali norme causerà un enorme scempio ambientale, privando così ancora una volta le generazioni future di una risorsa fondamentale per l’uomo e di una valida opportunità di crescita e di benessere”.
Nel dettagio, le variazioni più gravi apportate dal nuovo regolamento forestale riguardano le procedure di comunicazione o autorizzazione al taglio, che rendono di fatto impossibile ogni tipo di controllo e incentivano così lavoro nero, scarsa professionalità, incidenti sul lavoro e atteggiamenti di rapina nei confronti della risorsa forestale.
Le epoche in cui è consentito effettuare le operazioni di utilizzazione, a dispetto dei cambiamenti climatici e degli inverni sempre più brevi, vengono ulteriormente allungate e questo significa compromettere la ricrescita del bosco, danneggiare irreparabilmente il sottobosco, distruggere i nidi degli uccelli già in nidificazione e più in generale l’intero ecosistema, ma soprattutto si permette l’esbosco tutto l’anno, con gravi danni per il soprassuolo.
Viene consentita l’apertura di vie di esbosco senza limiti di estensione nell’ambito dei tagli selvicolturali, ovvero, senza alcun tipo di comunicazione fino a 5.000 m2, e con una comunicazioni semplice fino a 5 ha (10 ha per le ditte), superando così impunemente il vincolo ambientale.
I valori delle piante definiti nell’allegato B del Regolamento sono assolutamente irreali: costa meno abbattere illegalmente un abete di dimensioni eccezionali (> 82.5 cm di diametro) che superare il limite di velocità dei 50 km/h!
Vengono infine cancellate di fatto tutte le misure di conservazione all’interno di Aree Protette e dei Siti natura 2000, ignorando quanto disposto dalla Direttiva Habitat.
“Oltre ai contenuti del regolamento, rendono perplessi anche le modalità di stesura di tali nuove norme che hanno visto la completa esclusione del Comitato Tecnico Regionale Foreste e Legno, previsto per legge e della totalità dei soggetti portatori di interesse pubblico, oltre che le Associazioni ambientaliste, Università, Ordine professionale dei dott. Forestali e IPLA – conclude Roberta Benetti -. Tali modalità sono stupefacenti in un ambito democratico e destano seri dubbi sulla correttezza e sulle modalità di fare Politica, intesa come arte di governare la società, dell’Assessore Sacchetto”.
Ufficio stampa Legambiente Piemonte e Valle d'Aosta:
Fabio Dovana – 392.9935376.
Fabio Dovana – 392.9935376.
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