Forse l'esercito bisognerebbe mandarlo in Regione, non il Val Susa...


Allora adesso è "ufficiale". La n'drangheta non è solo un fenomeno calabrolombardo. Esiste anche in Piemonte. A leggere Elena Ciccarello ed Eleonora Lavaggi su "il fatto quotidiano" on line di sta mattina sembrerebbe che sia incautamente frequentata da alcuni esponenti PDL. Una in particolare, l'ex assessora ai tagli della sanità  Caterina Ferrero che "vanta" anche il suocero Nevio Coral (sindaco di lungo corso di Leinì) tra coloro che sono accusati di concorso esterno con i malavitosi.
Geograficamente sembrerebbero Torino e il Canavese a rappresentare le aree di maggiore attività delle cosche. Emergerebbe  in particolare Cuorgnè come luogo di preoccupante presenza. Ma non risulta che il segretario del PD Morgando (che pure è di Borgiallo e a Cuorgnè ha sempre avuto una delle sue basi operative abbia fin qui chiesto  l'intervento dell'esercito per bonificare l'area). Battute a parte dall'articolo si capisce che le intercettazioni sulla cui base sono state avviate le indagini che hanno portato agli arresti sarebbero terminate nel 2009. Ora avendo (nostro malgrado) sempre più a che fare con i giornalisti professionisti non si può escludere che abbiano preso una cantonata, ma se così non fosse sarebbe interessante sapere cosa è successo nei due anni successivi, se quel coordinamento che secondo le lamentazioni degli 'ìndranghetisti spettava ai torinesi per non essere da meno dei milanesi si è concretizzato.  Soprattutto se l'ipotesi di mettere le mani sui soldi previsti per gli appalti in Valle di Susa lascia del tutto indifferenti le "famiglie" calabresi del nordovest. Ma certo che se da noi carabinieri, poliziotti e finanzieri debbono essere soprattutto impegnati contro gli anarcoinsurrezionalisti no tav come fanno ad occuparsi "anche" della criminalità organizzata?
Claudio Giorno.

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