Fenomeni politici chivassesi...

Grande flop della Lega Nord a Chivasso.
Al primo turno delle elezioni comunali la Lega Nord ha ottenuto appena il 3,9 %. Mentre nelle elezioni regionali dell’anno scorso aveva ricevuto il 10,13% (i dati sono de “La Nuova Periferia”). Un disastro per il neo segretario Danilo Gamberini, che già pregustava un grande successo, un posto o anche più in consiglio comunale, e si era già portato avanti nel lavoro della conquista “verde” delle cadreghe con la nomina l’anno scorso nel consiglio di amministrazione nel Consorzio per il Distretto tecnologico del Canavese, una delle società partecipate dal Comune.
Del resto, la Lega raccoglie quel che semina. Sulle questioni che potrebbero riguardare la sua “mission” di partito difensore del “territorio” non ha detto una parola: lunetta, trasporti, discarica di Regione Pozzo, cave, inquinamento, cementificazione della città, semi-dissesto idrogeologico di Chivasso Ovest, costruenda centrale a olio di palma, e così via. Riserbo totale, una roba da vecchi burberi piemontesi. Si ricordano della Lega solo due grandi performance: una banchetto per raccogliere firme a sostegno del crocifisso nelle aule scolastiche e un altro per distribuire castagne ai passanti. Due eventi che hanno toccato così a fondo il cuore dei chivassesi che quasi nessuno è andato a votarli.
Ora che faranno Gamberini e i suoi? Si gireranno i pollici verdi per 5 anni in attesa delle prossime elezioni comunali? Per fortuna proprio da Umberto Bossi giunge per loro una buona notizia, una occasione per lavorare un po’. Per uscire di casa, anziché restare in sezione a mangiarsi le unghie verdi. Il capo della Lega ha infatti dichiarato che alcuni referendum sono “attraenti”, in particolare i due sull’acqua pubblica. Perciò ora aspettiamo i leghisti di Chivasso al settimanale volantinaggio che il comitato locale per i 4 referendum svolge ogni venerdì in Via Torino sotto la protezione dell’Angelo. Ci vengano a dare una mano. Senza bandiere e simboli di partito, questa è la regola che si è data il comitato: quindi niente camicie verdi né fazzolettini verdi nel taschino. Sono graditi invece generi di conforto, naturalmente le acciughe al “verde” e la “verde” menta fresca di frigo. Ma va bene anche la barbera. La Lega avrà così una occasione per difendere il “territorio”. Dopo “il potere ai soviet, la terra ai contadini, la pace ai popoli” (Lenin, quasi omonimo di Gamberin) non è venuto il momento dello slogan “l’acqua a chi la beve”?
Salvatore Lafalce.

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