L’idrogeologia allegra del Comune di Chivasso...

CHIVASSO - E' della scorsa settimana la presentazione da parte di Legambiente e Pro Natura di una approfondita perizia sulle condizioni idrogeologiche della zona del PPE Mauriziano.  
Sulla perizia sono anche state presentate due interrogazioni: la prima al Comune di Chivasso dai consiglieri Desiderio, Castello e Michele Scinica, cui pare che il sindaco Matola non abbia ancora risposto. La seconda in consiglio regionale dalla Federazione della Sinistra (Artesio) e dal Movimento 5 Stelle (Bono e Biolè): a questa è già stato risposto in aula. Abbiamo il testo scritto: due pagine dell’assessore all’urbanistica Ugo Cavallera, accompagnate dalla nota di un dirigente della Regione. L’assessore dichiara che la perizia di Legambiente e Pro Natura è stata sottoposta agli uffici competenti “al fine di poter integrare coerentemente tale apporto all’istruttoria in fase di ultimazione”. Più puntuali e impegnative le affermazioni del dirigente. Il quale ricorda che lo stralcio della carta di sintesi individuava nella zona “elementi di pericolosità e di rischio” tali da imporre il “riordino idraulico strutturale del reticolo idrografico minore”. Ciò che alla buona chiamiamo le “opere di messa in sicurezza”. Queste opere sono state fatte? Il dirigente scrive che, dopo l’alluvione del 2000, le opere di riordino idraulico sono state finanziate dalla Regione e in seguito “realizzate e collaudate”. Ma collaudate da chi? Esiste un “collaudo” fatto eseguire nel 2006 dal Comune di Chivasso. Ne esistono altri? Il sindaco Matola è disposto a giurare su quel collaudo? A garantire che è ancora valido? Che chi abita nelle zone alluvionate può stare tranquillo? Mi pare che la Regione scarichi la responsabilità sul Comune: la giunta Matola è pronta ad assumersela? Magari dopo un sopralluogo lungo i corsi d’acqua, e anche alla stazione di pompaggio presso il Po, zeppi di fango e vegetazione? (vedi foto).

Inoltre, l’area del PPE Mauriziano è più bassa del piano campagna e il progetto ne prevede l’innalzamento. Se l’area è soggetta anche solo a modesti allagamenti, una norma del PRGC (n. 73) esige che una apposita relazione di un geologo e di un ingegnere idraulico assicuri che l’innalzamento non comporterà danni “alle aree limitrofe”. Perché questa relazione non c’è ancora? Perché il Comune non l’ha fatta eseguire? Forse si aspetta la fase di esecuzione del progetto. Ma non sarebbe un po’ tardi? Una relazione di quella importanza non avrebbe dovuto venire realizzata prima di tutto, cioè prima dell’inizio della progettazione dell’intervento edilizio? Gli uffici del Comune lavorano da tre anni e passa al progetto del PPE Mauriziano. Oltretutto, lavorano a spese della collettività. Non sarebbe stato ragionevole elaborare quella relazione prima ancora di cominciare a scrivere la prima pagina del PPE Mauriziano?
Piero Meaglia.

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