Legambiente e Pro Natura mettono di nuovo in guardia sulla situazione idrogeologica locale...

CHIVASSO - Sabato 16 aprile si è svolta nella sede del Centro Otelli di Chivasso la conferenza stampa nella quale Legambiente e Pro Natura hanno presentato la perizia idrogeologica sulle condizioni della zona in cui dovrebbe nascere il complesso edilizio cosiddetto “del Mauriziano”. La perizia è stata illustrata dal geologo che l’ha redatta, il dottor Paolo Quagliolo.  
E’ ormai ben noto che cosa sia il “PPE Mauriziano”: un intervento edilizio di 56.000 metri cubi per 550 nuovi abitanti in un terreno confinante con il Parco Mauriziano. Approssimativamente potrebbe trattarsi di circa 200 nuovi appartamenti in edifici che arrivano ai sette piani di altezza. Nel progetto è compresa la costruzione di una strada che passerà a pochi metri dal Parco: la strada collegherà l’attuale ingresso del Parco in Via Foglizzo e la rotatoria di Stradale Torino, dove si trova il distributore di gas auto.
Inoltre, l’area del PPE Mauriziano, e quella del Parco stesso, si trovano al centro di una vasta porzione del territorio chivassese caratterizzata da falde alte, vicinanza del torrente Orco, fitto reticolo di corsi d’acqua che scorrono verso il Po. Condizioni che, secondo Legambiente e Pro Natura, richiederebbero maggior prudenza nel rilascio di permessi di costruzione. Del resto, questa parte della città è stata interessata dalle alluvioni del 1994 e del 2000. La costruzione di nuove case ha “cementificato” terreni che prima potevano contribuire ad assorbire l’acqua in caso di piogge intense e di fenomeni alluvionali. Questa ampia parte di Chivasso va all’incirca dalla frazione Montegiove  fino al Po (sull’asse Nord-Sud) e dall’inizio di Stradale Torino fino al Torrente Orco (sull’asse Est-Ovest).
Nella sua esposizione, il geologo è partito dal titolo della legge regionale urbanistica vigente, la 56 / 1977: “Tutela e uso del territorio”. Vale a dire che, prima di “usare” il territorio per lasciarvi costruire nuovi edifici e per incassare oneri di urbanizzazione, il Comune dovrebbe pensare a “tutelare” il territorio medesimo. L’art. 1 stabilisce le finalità della legge. Tra queste vi è “la conoscenza del territorio e degli insediamenti in tutti gli aspetti, fisici, storici, sociali ed economici”. Ma per una piena conoscenza del territorio non basta la relazione idrogeologica che il Comune di Chivasso ha allegato al progetto. Questa relazione infatti prende in considerazione quasi esclusivamente l’area in cui sono previste le costruzioni, mentre per cercare di prevedere quasi saranno le conseguenze del nuovo insediamento è necessario esaminare un’area ben più vasta: almeno quella che va dai confini di Montanaro a Nord fino al fiume Po a Sud. La legge regionale richiede inoltre “la partecipazione democratica al processo decisionale e gestionale dell'uso del suolo urbano ed extraurbano”.  Ma il Comune di Chivasso ha reso impossibile questa partecipazione proprio all’inizio del procedimento amministrativo: il Comune infatti ha omesso di allegare la propria relazione idrogeologica al progetto preliminare approvato in consiglio nell’aprile 2009, e ciò ha impedito di tenerne conto ai cittadini e associazioni che avevano diritto di presentare le loro osservazioni nei 60 giorni successivi.
All’introduzione del dottor Quagliolo sono seguite numerose domande. Fra gli altri, erano presenti e sono intervenuti i consiglieri comunali, Assunta Desiderio e Michele Scinica, che con Claudio Castello hanno presentato una interrogazione in Comune. E’ intervenuto Vinicio Milani del Partito Democratico (i cui consiglieri invece non hanno sottoscritto l’interrogazione). Hanno inoltre preso la parola: l’avvocato De Mori, candidato sindaco del centrosinistra; il consigliere regionale Davide Bono, del Movimento5stelle, che ha presentato una interrogazione in Regione; Massimo Zesi, segretario del circolo locale della Federazione della Sinistra. 
Emmepi.

Nessun commento: