Difendiamo il futuro dei nostri territori...


A seguito di notizie stampa, abbiamo appreso che in questi giorni sarò pubblicato il progetto preliminare della TAV.
Come Coordinamento dei Comitati NOSMARINO non possiamo che manifestare la nostra contrarietà e la nostra preoccupazione per questo nuovo passo avanti del progetto TAV.
Un progetto che ha come unico scopo il favorire i costruttori, con costi astronomici sulle spalle dei contribuenti,  inutile per la maggioranza degli utenti delle ferrovie, visto che l’ottanta per cento dei fruitori del treno sono pendolari, che non utilizzano la TAV, ma che si trovano depredati dai finanziamenti necessari per avere un servizio rapido ed efficiente, visto che le risorse sono aspirate nel tunnel della TAV.
Inutile anche per il trasporto merci, come l’inutilizzo della tratta già in essere tra Torino e Milano quotidianamente dimostra, non ospitando nessun treno movimento merci, ma solo 14 treni passeggeri al giorno, e rendendo questa follia, costata 8 milioni a km, uno dei tratti meno utilizzati dai treni a media e lunga percorrenza d’Italia. E non ci si racconti ancora la favola dell’aumento del trasporto merci, in costante calo negli ultimi anni, tanto che ad oggi siamo ai livelli del 1989.
Costosa, come si evince dallo stesso progetto che viene presentato, con un costo di  96 milioni di euro a km, che moltiplicati per i 46 km previsti fanno la bella somma di 4 miliardi e mezzo, solo di tunnel.
Tenendo conto che in tutti i progetti degli ultimi anni i preventivi sono stati sempre sottostimati, e di molto, si fa in fretta a capire di che torta si stia parlando e quali appetiti ha stimolato.
Vogliamo ribadire che l’unico motivo per questa gigantesca opera è la sua costruzione e che non ci sono motivazioni razionali in relazione al sistema di  trasporto che la giustificano.
L’obiettivo è farla per guadagnarci, sconvolgendo i territori attraversati dalle opere, senza guadagni per la collettività, ma solo per i soliti noti, la cricca degli appalti e le infiltrazioni mafiose che da sempre accompagnano queste opere.
Da quanto riportato dalla stampa, oltre alla definizione dell’opera in Valle Susa e dei cantieri necessari per questa, sono chiaramente indicati, come siti per lo smaltimento di 5 milioni di metri cubi dello smarino estratto dagli scavi, le cave di Montanaro e Torrazza, allargando così la zona di devastazione anche al di fuori della Valle Susa.
A parte la poca chiarezza di come si intende movimentare il materiale e i disagi che questo comporterà, sia che si utilizzi il treno piuttosto che i camion,  come abitanti di questi territori ci sentiamo direttamente investiti dalla vicenda e vogliamo ribadire il nostro no all’opera. Il nostro no  non è vincolato al conferimento nei nostri comuni del materiale, ma  la nostra richiesta  è che l’opera non deve essere  fatta, per le motivazioni sopra spiegate e per tutto il materiale contrario a quest’opera che il comitato popolare NOTAV ha prodotto fin da quando si è iniziato a parlare dell’ipotesi di questo collegamento. 
I documenti, frutto non delle paure di qualche valligiano fuori di testa, ma di studi di esimi professori universitari anche del Politecnico di Torino, sono a disposizione di chiunque voglia confrontarsi seriamente con noi, e sarà nostro compito diffondere e distribuire la documentazione che dimostra quanto i tromboni dei SITAV siano stonati.
Per quello che ci riguarda proveremo, con gli studi geologici effettuati , che il materiale destinato alle cave di Montanaro a Torrazza contiene Amianto e Uranio, e che questo provocherà danni sia al territorio che alla salute degli abitanti.
Diamo quindi appuntamento a tutti coloro che vogliono opporsi alla devastazione dei nostri paesi alle prossime iniziative che, come Coordinamento, stiamo preparando, e informiamo che la prossima riunione del Coordinamento è il 28 marzo alle ore 21 presso il Circolo Paolo Otelli, via paleologi 2, Chivasso.
 


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