CHIVASSO - Sulla prima pagina del numero del 3 novembre de “la Nuova Periferia” campeggia un articolo curiosamente anonimo, con tanto di foto, su un “rave party” che si sarebbe svolto a Chivasso, nella zona presso l’Orco. Il tema è poi “approfondito” a pag. 6, una pagina di fatto dedicata alla cronaca nera, tra furti e spaccio di droga. L’articolo è una sequela di inesattezze e di tentativi di suggerire “collegamenti” che, escludendo la malafede, solo una conoscenza gravata da pregiudizi e luoghi comuni di questa parte, indubbiamente scomoda e ribelle, del mondo giovanile chivassese potrebbe produrre.
Passiamo rapidamente in rassegna le inesattezze più evidenti. Innanzitutto, l’idea che si giochi appunto a guardie e ladri con le forze dell’ordine e che questa volta i “cattivi ragazzi” alla fine ci siano riusciti sfuggire alle ricerche. Ma di questi concerti se ne svolgono 3-4 ogni anno! Polizia e carabinieri sanno tutto, e un concerto che coinvolge circa duecento giovani e dura qualche ora non è difficile da scovare in quella megalopoli che è Chivasso, anche se in un primo tempo si fosse pensato che si teneva all’ex Agip. Non facciamo fare la figura degli imbecilli ai tutori dell’ordine, che semmai hanno dimostrato di comprendere che, non trattandosi di ladri ma di ragazzi che si divertivano pacificamente e senza dare disturbo, forse non era il caso di intervenire a tutti i costi. Insinuare ripetutamente che si trattasse di un incontro organizzato conto gli “sbirri”, e in particolare contro i vigili di Chivasso, non è certo un modo per distendere gli animi e stemperare i toni. Così come non lo è insistere sul fatto che l’area ex Agip sia stata nuovamente oggetto di atti vandalici, quasi a suggerire che i giovani abbiamo cambiato luogo per il concerto essendo stati gli autori di tali atti. Risulta invece che la tettoia nei pressi dell’Orco sia stata ripulita dagli organizzatori dopo il concerto.
Infine, non si è trattato affatto di un rave party, che sottintende musica assordante, lunga durata (anche più giorni) e consumo diffuso di droghe, ma di una festa-concerto i cui modesti introiti serviranno a sostenere economicamente l’associazione Anguis, di cui apprendiamo per la prima volta che si tratta di un “circolo anarchico”. Non si vede comunque che cosa ci sia di male nel raccogliere fondi per mantenere aperto quello che questi giovani considerano uno spazio di creatività e autoformazione (e, perché no?, di divertimento).
Resta il fatto che il concerto non era stato autorizzato. Ma pensando alle violazioni della legalità nell’Italia di oggi - si pensi ai dati sull’evasione fiscale e sui fenomeni di corruzione - la drammatizzazione di queste forme di “illegalità” fa sorridere. Un sorriso amaro, che rimanda al conformismo e al perbenismo che ciclicamente sembrano spingere questo paese verso il baratro. Quando l’ “ordine” di una società non è collegato innanzitutto al pagare le imposte e all’amministrare con scrupolo la cosa pubblica ma all’impedire o meno lo svolgimento di un concerto non autorizzato, possiamo star certi che la repubblica non è in buona salute. E alimentare questo clima di sospetto nei confronti di giovani solo perché esprimono un dissenso radicale verso una società che offre loro solo un futuro incerto, è un atto di miopia politica e culturale. Dalla destra non sorprende. Dalla sinistra istituzionale sarebbe lecito aspettarsi maggiore attenzione. Non sarebbe la prima volta che “alla fine” questi “cattivi ragazzi”, e non quelli indifferenti e conformisti, abbiano espresso una parte della “meglio gioventù” di questo bellissimo e disgraziato paese.
Piero Meaglia.
4 commenti:
Non è che si possa pretendere molto dai giornali locali.... a volte sembra che si inventino addirittura gli scandali osè per poter vendere qualche copia in piu'. Bisognarebbe smettere di acquistarli, come faccio io da qualche anno.
Gianni B.
Caro Gianni, il problema "è un altro". Nel senso che molti chivassesi comprano i giornali e, leggendo articoli del genere, una volte, due, tre, ecc., si formano pregiudizi negativi. E questi pregiudizi penetrano nel pensiero e nei discorsi corrrenti. Così, se il Comune buttasse ingiustamente Anguis fuori dalla sede dell'ex Campo TAV, o i tutori dell'ordine maltrattasero qualcuno degli aderenti a quella associazione, la maggioranza dei chivassesi non farebbe una piega. E' una forma di "criminalizzazione" che - senza che La periferia se ne accorga - prepara il clima d'opinione per isolare gli Anguis e gli altri. Per questo credo che dovrebbero essere loro stessi, Anguis e C., a mettesi al pc e replicare punto per punto alla Periferia (e naturalmente alla Voce se questo giornale si comportasse nello tesso modo).
piero meaglia
è vero, dovrebbero esser loro a protestare per primo, ma si sa ai giovani d'oggi manca una minima coscienza politica. Sono i ragali di chi tanti anni fa ha fatto si' che il glorioso P.C.I. si sciogliesse come la neve al sole, senza piu' scegliere delle classi dirigenti decenti. Ringraziamo i vari D'Alema, Veltroni, Fassini e compagnia se siamo combinati in questo modo.
Per fortuna che ci sono ancora scuarci di luce nel buio, come questo sito locale e diversi altri nel web, anche se bisogna far di tutto per tornare in piazza e lasciare i computer un po' meno accesi.
Graziano.
secondo me, si isolano da soli. non puoi far uscire volantini come quelli e poi pensare che non accada nulla.
pardemazio
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