Ancora acqua nelle cantine di Montegiove, Blatta e Baraggino. E il sindaco non fa nulla...
CHIVASSO - Giornali e televisioni ci mostrano le immagini dell’alluvione in Veneto. Purtroppo sono disastri annunciati. Dal punto di vista idrogeologico l’Italia è un paese dissestato, perennemente a rischio di alluvioni. Chivasso ne ha conosciute due recenti, nel 1994 e nel 2000. Quali sono le cause? Una di queste è l’urbanizzazione del territorio - la costruzione di case, capannoni e strade - che ha ridotto la superficie totale dei terreni che prima assorbivano l’acqua piovana. Lo afferma sul suo sito informatico la Protezione civile: vedi il testo riportato a fondo post.. Due anni fa Carlo Petrini, il fondatore di Slow Food (c’è una “condotta” anche a Chivasso, forse in sonno), ricordava che tra il 1990 e 2005 “in Italia sono spariti più di 3 milioni di ettari di superfici libere da costruzioni e infrastrutture, un'area più grande del Lazio e dell'Abruzzo messi insieme” (“La Repubblica”, 5 ottobre 2008). Bastano questi pochi dati per suggerire qualche dubbio sulla politica urbanistica del Comune di Chivasso, che continua a rilasciare permessi di costruire in zone della città vicine all’Orco, attraversate da molti corsi d’acqua, e che per di più hanno falde alte. Con la conseguenza che in numerose abitazioni entra l’acqua in cantina pochi giorni dopo piogge di modesta entità. Per esempio nella Frazione Montegiove e nel nuovo quartiere di Via Blatta. Che accadrebbe se piovesse molto, come è avvenuto nel 1994 e nel 2000? A quanto sembra, alcuni residenti, spinti dall’esasperazione, hanno fatto causa ai costruttori. Finalmente qualcuno si muove e rompe il silenzio, soprattutto quello inspiegabile dell’Amministrazione comunale. Inoltre il consigliere comunale Castello ha presentato una interrogazione al Sindaco, pretendendo una risposta scritta. L’interrogazione riguarda sia il Baraggino sia la Blatta. Il consigliere ha mandato per conoscenza l’interrogazione alla Procura della Repubblica, al Prefetto, alla Regione, alla Provincia e all’Aipo (Agenzia interregionale per il Fiume Po). Legambiente e Pro Natura hanno presentato ricorso al TAR sostenendo che il Comune ha presentato in ritardo la relazione idrogeologica relativa al progetto edilizio cosiddetto “del Mauriziano”: un’area vicina a Via Montegrappa (appena di là dalla ferrovia Torino-Milano) e alla Blatta. Chi dovrebbe pagare l’avvocato dei residenti che hanno intrapreso le vie legali? Il sindaco? L’assessore all’urbanistica? O il sindaco precedente, durante il cui mandato, nel 2004, è stato approvato il piano regolatore che consente di costruire in quelle aree? Comprare un appartamento e poi scoprire che in cantina si infiltra l’acqua non è uno scherzo. Spesso per una famiglia vuol dire pagarsi un mutuo per un’abitazione che, appena scoperte le infiltrazioni, vale di meno. Significa, in alcuni casi, pagare la corrente elettrica per le pompe idrovore che aspirano l’acqua. E infine pagare la parcella dell’avvocato, pur non avendo alcuna colpa. In questo situazione, che cosa fa l’Amministrazione comunale? Nulla. Tace. Cosa fa il sindaco? Fai qualcosa, Matola! Non di destra. Non di sinistra. Non di centro. Semplicemente qualcosa da sindaco. Fallo. Non è poi così difficile. Provaci. Poi ti sentirai più leggero.
Piero Meaglia.
P.S. Sono comparsi manifesti in cui il sindaco si vanta di avere aumentato del 78% il verde in città. Com’è possibile questo miracolo? Ogni volta che una casa prende il posto di un prato il verde diminuisce. E poiché si è costruito molto, il verde è diminuito molto.
Dal sito informatico della Protezione civile, voce “Alluvioni”:
Le alluvioni più importanti che hanno interessato l’Italia e che hanno comportato un pesante bilancio sia in termini di vite umane che di danni, sono state quelle del Po nel Polesine (1951), dell’Arno (1966) e del Po nel Nord Italia (1994 e 2000).
Il territorio italiano è interessato, con frequenza sempre maggiore, da alluvioni che avvengono con precipitazioni che possono anche non avere carattere di eccezionalità. Tra le cause dell’aumento della frequenza dei fenomeni vi sono senza dubbio l’elevata antropizzazione e la diffusa impermeabilizzazione del territorio, che impedendo l’infiltrazione della pioggia nel terreno, aumentano i quantitativi e le velocità dell’acqua che defluisce verso i fiumi, la mancata pulizia degli stessi e la presenza di detriti o di vegetazione che rende meno agevole l’ordinario deflusso dell’acqua.
Molti bacini idrografici, presenti soprattutto in Liguria e Calabria, sono caratterizzati da tempi di sviluppo delle piene dell’ordine di qualche ora; per tale motivo, è fondamentale allertare gli organi istituzionali presenti sul territorio con il maggior anticipo possibile, al fine di ridurre l’esposizione delle persone agli eventi e limitare i danni al territorio.
Una efficiente difesa dalle alluvioni si basa sia su interventi strutturali quali, per esempio, argini, invasi di ritenuta, canali scolmatori, drizzagni, etc., sia su interventi non strutturali, ovvero quelli relativi alla gestione del territorio, come i provvedimenti di limitazione della edificabilità, oppure quelli relativi alla gestione delle emergenze, come la predisposizione dei modelli di previsione collegati ad una rete di monitoraggio, la stesura dei piani di emergenza, la realizzazione di un efficiente sistema di coordinamento delle attività previste in tali piani.
Molti bacini idrografici, presenti soprattutto in Liguria e Calabria, sono caratterizzati da tempi di sviluppo delle piene dell’ordine di qualche ora; per tale motivo, è fondamentale allertare gli organi istituzionali presenti sul territorio con il maggior anticipo possibile, al fine di ridurre l’esposizione delle persone agli eventi e limitare i danni al territorio.
Una efficiente difesa dalle alluvioni si basa sia su interventi strutturali quali, per esempio, argini, invasi di ritenuta, canali scolmatori, drizzagni, etc., sia su interventi non strutturali, ovvero quelli relativi alla gestione del territorio, come i provvedimenti di limitazione della edificabilità, oppure quelli relativi alla gestione delle emergenze, come la predisposizione dei modelli di previsione collegati ad una rete di monitoraggio, la stesura dei piani di emergenza, la realizzazione di un efficiente sistema di coordinamento delle attività previste in tali piani.
5 commenti:
Quando ci fu l'alluvione del novembre 1994, si addossarono le colpe ai verdi e ambientalisti perchè "non facevano pulire i fiumi...". Con questa parola d'ordine figlia dell'ignoranza e delle strumentalizzazioni politiche leghiste, si sfiorarono liti e scazzottate.
Adesso, nel Veneto alluvionato del 2010, c'è che si dice convinto che la "colpa è delle nutrie che rovinano gli argini dei torrenti"... naturalmente la colpa di riflesso è anche dei verdi e ambientalisti che difendono gli animali, e quindi pure le nutrie..
Nel caso di via Montegrappa a Chivasso di chi è la colpa? Secondo me delle nutrie che siedono a palazzo Santa Chiara.
Spartaco
ricordo a trutti che se serve abbiamo la gondola al Paolo Otelli. Paolo otelli sempre pronti al servizio pubblico!
PS. in particolare possiamo offrire anche un comodo servizio di gommoni per leghisti.
Su La Voce di oggi vengono poste al sindaco. Una delle domande è la seguente: " [Perché] quando piove nelle mia via (Blatta) l'acqua entra nelle cantine?".
Nella risposta il sindaco divaga un po, ma poi dice incisivamente: "possiano solo offrire informazione e supporto ai cittadini riguardo ad eventuali difetti di costruzione o quant'altro". I difetti di costruzione della casa oppure di Matola?
piero meaglia
L'unica soluzione è quella di continuare nel lavoro di informazione e sensibilizzazione che da qualche anno si sta facendo a Chivasso. Solo quando in occasione di un "tragico evento" le colpe non saranno più degli ambientalisti e di chi non lascia "pulire" i fiumi", si potrà cominciare a parlare di corretta gestione e fruizione dei corsi d'acqua. E tutti cominceranno a considerarli come un bene comune di cui prendersi cura tutti assieme, magari recuperando anche vecchie conoscenze e competenze sul sistema delle acque del nostro teritorio, che rischiano di andare perse.
Doc
Caro Doc, a propostio di "vecchie conoscenze e competenze sul sistema delle acque del nostro territorio, che rischiano di andare perse", ti ricordi che recentemente siamo andati a trovare un ex amministratore di Chivasso. Ci ha raccontato che quando pioveva si faceva accompagnare dal Geometra Brianti, dell'Ufficio Tecnico del Comune, a cercare i posti in cui ci sono saracinesche da chiudere o da aprire. Solo Brianti le conosceva ad una ad una e le sapeva ritrovare. Solo lui in tutto l'Ufficio tecnico. Brianti è andato in pensione 5 anni fa. Bye Bye Chivasso!
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