Non siamo nella laguna di Venezia, ma a Chivasso...e qui dovrebbero sorgere le nuove case dell"PPE-Mauriziano"...

CHIVASSO - Dopo 24 ore di pioggia, ecco come si presentava ieri la zona del Mauriziano di Chivasso, dove dovrebbero sorgere le nuove costruzioni del cosideddetto "PPE (Piano Particolareggiato Edilizio) del  Mauriziano".
Una foto mostra le condizioni del Parco Mauriziano stesso: la fotografia è stata scattata dall'ingresso del Parco in Via Foglizzo.

Le altre due  foto mostrano invece proprio l'area "PPE Mauriziano", dove è prevista la realizzazione dell complesso edilizio: è stata scattata avendo alle spalle il centro commerciale Famila e il Capannone Rosso (dismesso), e avendo davanti in lontananza il Condominio di Via Settimo. Sulla destra, oltre gli alberi, c'è il Parco.

Come si vede, l'acqua ristagna nel lato Sud dell'area, a ridosso delle tante casette che confinano con il terreno dove sarà realizzato il PPE Mauriziano. Ma almeno ora il terreno agricolo assorbe lentamente l'acqua: quando invece, costruite le case e la strada, il terreno diventerà impermeabile, dove finirà quell'acqua? Nelle strade e stradine della zona? Nelle cantine dei confinanti? E in tal caso a chi si potranno chiedere i danni? Al Comune?

Il Comune, infatti, sa bene che quella è un'area con le falde alte:  la relazione idrogelogica che nel 2009 è stata allegata, seppure tardivamente, al progetto, riconosce che "il sito in esame è caratterizzato dalla presenza di una falda superficiale collocata mediamente ad una profondità di circa 1,3-1,5 m., che in occasione di eventi alluvionali intensi risale fino a raggiungere quote assai prossime a quelle dell'attuale piano campagna (circa –0,3 m nell'aprile 2009)" (p. 25). E ancora: «in concomitanza con precipitazioni intense (ma non eccezionali) il livello piezometrico risale fino a collocarsi a meno di 0,5 m dal piano campagna. E' inoltre pressochė certo che, durante eventi meteorici eccezionali, come quello del novembre 1994, il livello di falda possa risalire sino a raggiungere e localmente superare la quota dell'attuale piano campagna» (p. 20).

Intanto, gli studiosi avvertono che il volume delle precipitazioni è in costante aumento. Su "La Repubblica" del 10 agosto Giampiero Maracchi, responsabile dell'Istituto di Biometereologia del Cnr di Firenze, afferma: "In Italia fino agli anni Novanta avevamo un'intensità di piogge che arrivava a 40 millimetri nell'arco di due o tre ore. Oggi siamo a 80 - 100 millimetri, con punte sempre più frequenti che superano i 250: una cascata d'acqua che basta niente a trasformare in una alluvione" (p. 11).


E non solo la zona Mauriziano, ma tutto il settore Nord-Ovest di Chivasso è caratterizzato da falde alte, da numerosissimi corsi d'acqua che scendono verso il Po, e dalla vicinanza del torrente Orco. I vecchi chivassesi chiamavano quella zona "la palude". Nonostante questo il Comune continua a rilasciare permessi di costruzione. Ad esempio in Via Berruti nell'ex Podere San Marco. Ad esempio a Nord della ferrovia in zona Montegiove: eppure lì, in Via Montegrappa, ci sono case con le idrovore permamentemente in funzione che buttano fuori l'acqua dalla cantine.

Il Comune sa anche che la zona del Mauriziano è stata coinvolta nelle alluvioni del 1994 e del 2000. A seguito di questi eventi, nel settore Nord-Ovest del territorio comunale (da Frazione Montegiove verso Sud, cioè verso il Po) sono state effettuate delle opere per la "messa in sicurezza". Formalmente queste opere sono garantite dal collaudo effettuato da un porfessionista. Tuttavia, fenomeni come l'allagamento della zona del Mauriziano ci portano a domandarci: sono veramente efficaci quelle opere? Siamo veramente "in sicurezza"? Una questione da approfondire.
pm.

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