Rientro oggi da un viaggio in Serbia. Era l'unico paese post Yugoslavo che ancora non avevo visitato, da quando quel paese si è dissolto in una guerra (in molte guerre) tremende e devastanti. La mia compagna è da alcuni anni che aiuta, attraverso l'Associazione SOS Yugoslavia di Torino, un ragazzo di Kragulievaz, figlio di un dipendente della Zastava.
Il loro stabilimento era stato bombardato dai nostri militi, e la fabbrica era rimasta ferma. Poi se l' è comperatta la Fiat, ma la produzione non è mai ripartita in pieno. Ho incontrato la famiglia di Sredan, che ha un fratello, madre e padre. Il padre è un montenegrino trapiantato da vent'anni in Serbia, e attualmente lavora 10 giorni al mese, per la Fiat/Zastava. Guadagna 100 euro al mese, ma anche se ricominciassero a lavorare a tempo pieno arriverebbe a 200 euro di massima. Non è contento (e mi dice che anche i suoi amici operai la pensano come lui) perchè la Fiat dice molto ma non pratica altrettanto.
Ha piena coscienza che Marchionne cercherà di succhiargli anche l'anima, dando il minimo possibile. Il modello è quello che capita al fratello di Sredan, che lavora in una fabbrica di formica e lo fa a commessa. Quando c'è la commessa lavorano anche con turni di notte, quando il lavoro finisce, stà a casa, disoccupato... Per capirci la vita in Serbia costa poco, un caffè 40/50 centesimi e una birra un euro, ma con duecento euro al mese, non ci si campa.
Questo è il modello di lavoro di Marchionne, semplice ed efficace.
Almeno per lui...Saturninox.
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