A Matola non piace la musica, Dice che non rientra nei programmi del comune. No ai bavagli.



Caro direttore,
viviamo in tempi cupi. La crisi economica si aggrava. Vediamo nero nel nostro futuro. Le nostre conversazioni diventano sempre più pessimistiche. Per fortuna ogni tanto ci pensa il sindaco a farci sorridere un poco, con una delle sue lettere del genere “Vietato! Vietato! Achtung Banditen”. L’ultima è la strepitosa lettera con la quale respinge la richiesta dell’Associazione Anguis di poter svolgere una festa di fine anno scolastico al Parco Mauriziano. Come dire: ai palazzinari l’area del Mauriziano è concessa, agli studenti no.
Per la verità Matola non respinge in modo esplicito la richiesta dell’Anguis, ma si limita a informare l’associazione che la loro festa è contraria alla normativa e soprattutto al pensiero del sindaco medesimo. Ma contraria a quale normativa? Non si sa.  Matola scrive infatti che la richiesta è pervenuta agli uffici preposti oltre i “termini fissati dal Regolamento”. Quale “Regolamento”? Quale articolo? Quale comma? E’ lo stesso film già visto quando vietò al Teatro a canone l’uso dei locali comunali, dimenticando di scrivere in base a quale norma imponeva il divieto. Dovette intervenire a metterci una pezza un dirigente comunale, la dottoressa Colavitto, con una nuova lettera, dove finalmente si citavano il regolamento e l’articolo pertinenti.
Forse al sindaco non importano tanto le norme. Sono altri gli argomenti che usa. E ben più importanti delle regole e dei regolamenti, che in fondo sono un optional: “Ad ogni buon conto, la manifestazione, così come è stata sinteticamente descritta nella nota pervenuta ai nostri uffici, non rientra nei programmi culturali di questa Amministrazione né dal punto di vista contenutistico né da quello logistico…”. Dunque a Chivasso la sola attività culturale consentita è quella che rientra nei “programmi culturali” dell’Amministrazione, cioè del sindaco stesso e dei suoi assessori. Tutto il resto è proibito. Con una sola riga il sindaco abbatte un intero pezzo di Costituzione. Però i ragazzi dell’Anguis potevano essere un po’ più scaltri. Per ingraziarsi il sindaco avrebbero potuto scrivere, per esempio, che alla festa sarebbe stato presentato il libro “Carri Ariete combattono”, che narra  “le vicende della Divisione corazzata Ariete… Africa settentrionale 1941-1943”. Oppure che avrebbe partecipato alla festa la Confraternita del Sambajun con lancio di gavettoni di Samba bollente.  Oppure che, tra l’esibizione di un gruppo musicale e l’altra, sarebbe stato rappresentato uno degli spettacoli di cabaret “Ridi Torino e dintorni”. Tutti eventi che sono espressione di quella cultura di altissimo livello promossa e a volte finanziata dall’Amministrazione comunale, e particolarmente adatti, per il loro valore formativo, ad un pubblico di giovani.
Purtroppo c’era un ulteriore ostacolo alla festa degli studenti. La loro manifestazione era estranea ai programmi dell’Amministrazione non soltanto sotto il profilo “contenutistico”, ma anche sotto quello “logistico: si ritiene infatti che l’area individuata per lo svolgimento dell’evento, considerato l’ampio coinvolgimento di pubblico, possa ritenersi idonea allo scopo”. Ma allora non si dovrebbe vietare anche la fiera del Beato Angelo Carletti di fine agosto? E’ sempre affollatissima. Basterebbe l’esplosione di un würstel in fase di cottura per suscitare il panico e provocare un fuggi fuggi così disordinato da mettere a rischio l’incolumità di centinaia di partecipanti. Caro Matola, tocchiamo ferro, ma non ha mai pensato al rischio?
Piero Meaglia

Articolo apparso sulla Voce del 14 giugno.

Nota del Centro Otelli:
Appellarsi a semplici errori formali di rispetto di un fantomatico regolamento, è ben curioso, in un paese che qualche mese fa ha rifatto in maniera postuma la legge elettorale per ovviare ad errori formali di una lista cara all'attuale maggioranza. Anche l'obiettare che la manifestazione "non rientri nei programmi culturali di questa amministrazione" ci pare originale. Per occupare luogo pubblico a Chivasso bisogna essere in linea con quanto pensa il Comune? Un avviso per il Pd e IDV, attenzione per le prossime iniziative, magari sono al di fuori del Matolapensiero, e come tali non autorizzabili. Signor Sindaco ci faccia un piacere: pubblichi da qualche parte queste linee programmatiche, così sapremo come regolarci. 

PS. scusi ma sono diverse settimane che raccogliamo firme per i referendum sull'acqua pubblica. Non avendo ricevuto nessuna lettera di censura, possiamo quindi dire che questi referendum rientrano tra i programmi dell'amministrazione?

Grazie 

4 commenti:

Simone ha detto...

E' un Sindaco moderato! Tutto quello che fa lo fa per il bene dei cittadini.
Una piccola precisazione,anche dopo la toppa della dott.sa Colavitto "l'editto" del Sindaco era ed è illegittimo. Noi aspettiamo le sue scuse e siamo pronti a presentare lo Spettacolo "A Ferro e Fuoco!" anche a Chivasso.
Simone

Anonimo ha detto...

Una cosa ancora penso che rientri nei programmi culturali del Comune, sre non lo sa il Sindaco, lo potrebbe capire l'Assessore Germani oppure i Direttori della stagione teatrale.

Anonimo ha detto...

MATOLA vieta spazia alla cultura chivassese, ma eroga 22.000 euro al cabaret televisivo

Con l’estate ritorna “Riditorino e Dintorni”
di Annarita Scalvenzo
Sarà ancora una volta l’arena di Chivasso, ad ospitare la serata inaugurale della rassegna estiva di comicità Riditorino e Dintorni, un tornado di comici che dal 26 giugno all’11 agosto, invaderà Torino e provincia con la sua carica di energia e buonumore.

La rassegna avrà una durata di 46 giorni, con dieci spettacoli gratuiti su venti serate di comicità distribuite sui palchi di Chivasso, Corio, Rivalta, Collegno, Grugliasco e Torino. Gli appuntamenti contamineranno le piazze e i festival che da anni rendono la città un punto di riferimento per il divertimento giovanile e non solo. Una formula che corteggia la movida a 360° con spettacoli gratuiti per conoscere artisti in fermento e a pagamento per i grandi classici che ci hanno entusiasmato in inverno.

Sabato 26, in piazza Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa (piazza del Municipio), direttamente da Zelig, sarà Geppi Cucciari ad inaugurare la rassegna estiva.

Nelle settimane successive, saranno molti gli ospiti noti come Zuzzurro e Gaspare, le riflessioni ironiche di Gene Gnocchi, Paolo Migone e Giuseppe Giacobazzi, la magia di Raul Cremona e il ritmo di Giovanni Vernia; da Colorado i Fichi d’India con i loro pezzi storici, Marco Bazzoni e il suo Maestro Unico Baz.

Tra i giganti alcune perle non ancora universalmente conosciute: Renzo Sinacori, Pippo Romano, Marco Dondarini, Andrea Poltronieri alias Sax Machine, Viviana Porro, Manuel Negro e l’imperdibile Antonello Costa. Due formule inedite verranno inoltre portate sotto le luci della ribalta: una nuova kermesse guidata da Beppe Braida e un quartetto senza pari formato da Ficarra e Picone, Mr Forest e l’avvocato Gianluca Berardi.

Dopo la serata di apertura con Geppi Cucciari, l’arena di Chivasso ospiterà domenica 4 luglio Marco Dondarini (ingresso gratuito), Giovanni Vernia venerdì 9 luglio (biglietto 18 euro), i Mammuth sabato 17 luglio (ingresso gratuito) e Baz sabato 24 luglio (biglietto 18 euro).

Questa rassegna nazionale di cabaret è unica nel suo genere, per qualità e quantità di artisti coinvolti nel corso della sua storia.

Dall’estate del 2000, infatti, Riditorino e Dintorni riesce ad attrarre nelle piazze di Torino e provincia un cospicuo numero di spettatori – circa 70mila le persone incontrate complessivamente durante la rassegna ogni anno - grazie a cartelloni sempre accattivanti, in grado di miscelare nuove proposte e nomi di grande richiamo. Sconti speciali premiano inoltre gli affezionati del cabaret che con la loro assidua presenza hanno accompagnato le stagioni di Riditorino: infatti i possessori della Riditorino Card godranno di un prezzo speciale e abbonamenti a loro dedicati.

Tutte le informazioni sono a disposizione sul sito www.riditorino.it , infoline 011.363268.

Anonimo ha detto...

L'altra Argentina di Diego Armando Maradona è raccontata dall'incontro con le nonne di Plaza de Mayo, dal suo impegno politico ecco il ct meno ortodosso di questo Mondiale. E dalle sue parole. Sempre scomode, E' un uomo poco allineato, spigoloso, inquieto. Che indossa un abito da nozze per accontentare la richiesta delle sue figlie di vederlo in un certo modo davanti alle telecamere. Come se ci fosse bisogno di mettere in discussione il migliore al mondo. Ogni sua conferenza stampa è uno spettacolo.


Allora, perché non avrebbe dovuto esserla questa? Maradona ritiene il pallone colpevole: "La palla ha una grande influenza - continua - chiedo che Pelè e Platini dicano se questo pallone è buono o cattivo e la smettano di dire sciocchezze su di me". E infilza il suo rivale Pelé che lo aveva criticato: "Non mi sorprende, Pelè dovrebbe tornare nel museo".


Parole buone (ironico) ne riserva anche per Michel Platini il quale lo aveva elogiato come grande giocatore, ma non da allenatore. "Abbiamo sempre avuto un rapporto poco amichevole. Al massimo ci dicevamo ciao e arrivederci...lui è francese e pensa di essere migliore di tutti gli altri". Sulle ambizioni della sua Argentina è chiarissimo: "Io voglio essere campione del mondo con l'Argentina. Ho Messi e tanti altri campioni dietro di lui. Se Dio ci aiuta, il resto verrà da solo". A patto che i campioni vengano tutelati: "Gli arbitri devono essere piu' severi possibili e tirare fuori i cartellini. Messi è un problema per chi deve marcarlo, ma lo spettacolo non deve essere rovinato da certi interventi. Quelli che non vogliono giocare al calcio devono stare a casa. Bisogna che le partite siano vere e giocare in modo onesto, senza che nessuno rischi di rompersi le gambe".