La bonifica costerà 100.000 euro...

Anche il comune di CAVAGNOLO, dove uno stabilimento Eternit è stato attivo fino al 1982, si è costituito parte civile nel processo sull'amianto più grande che sia mai stato celebrato. Oggi al Tribunale di Torino è intervenuto come teste dell'accusa l'attuale sindaco del paese di 2450 abitanti, Franco Sampò. "Già verso la fine degli anni '70 - ha detto oggi davanti alla Corte presieduta dal giudice Giuseppe Casalbore - si parlava di chiudere la fabbrica perché era pericolosa. Dopo il 1982, quando venne chiusa, il comune si attivò per acquistarne un'aera e nell'86 l'ente comprò per 70 milioni l'area che era stata adibita a magazzino di stoccaggio. Con un'ulteriore spesa di 200 milioni (50 messi dal comune e 150 dalla Regione) si rimise in sesto la zona. Il resto, dove c'era la produzione, fu acquistato da un privato e bonificato a sue spese. In tutto lo stabilimento costò 285 milioni". Qualche settimana fa, ha spiegato il primo cittadino, "da noi è partito il censimento". "Dobbiamo scoprire quanto amianto c'è ancora sotto le nostre strade - ha detto - tra le strutture, soprattutto quello che era stato coperto. Poi ci sarà la bonifica che ci costerà 100mila euro". Interrogato dal procuratore Raffaele Guariniello, il sindaco ha spiegato che "l'azienda non si è fatta viva per aiutarci a sostenere queste spese". Sampò, che ha perso due genitori per "la polvere", padre operaio all'Eternit e madre casalinga, e probabilmente un fratello, morto nel '93 (ma non si è indagato sulla causa), ha ricordato le condizioni in cui si lavorava in fabbrica. "Tutto il materiale era stoccato in pedane all'aperto - ha spiegato - pieni di polvere, e lì rimanevano anche con pioggia e vento. Noi bambini prendevamo i pezzi di scarto più grandi e giocavamo a fare il fortino coi soldatini". "I pezzi di scarto - ha spiegato - venivano regalati a chi ne faceva richiesta. Da noi tutti i giardini, i pollai, i ricoveri per i mezzi dei contadini erano fatti con pezzi di scarto. Anche un campo di calcio che era di proprietà della Curia". L'udienza è stata aggiornata a lunedì prossimo. Sono citati dall'accusa come testi sia l'attuale presidente della Regione, Roberto Cota, sia l'ex governatore Mercedes Bresso. Inizialmente Guariniello voleva citare solo, per iniziare, Cota. Ma il giudice Casalbore gli ha suggerito di pensare di citare i presidenti più informati sui fatti, e così il pm ha optato per la citazione di entrambi.
Segnalazione da: VIRGILIORONACA. IT

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